“Ma la cosa lascia tutti molto preoccupati”, ha spiegato Squeo, “in quanto c’è il timore che le motovedette croate possano in realtà piombare sulle nostre imbarcazioni anche quando sono all’interno delle acque internazionali, magari anche a meno di mezzo miglio dallo specchio d’acqua croato. E’ già accaduto in passato ed ora più che mai potrebbero ripetersi episodi di “aggressione” nei confronti dei pescherecci italiani, abruzzesi in particolar modo. Altro aspetto da non trascurare è che le imbarcazioni sequestrare non verranno riconsegnate all’armatore e al capitano di bordo, bensì confiscate. Questo lascia supporre che dall’altra parte dell’Adriatico vogliano potenziare la flottiglia peschereccia a nostre spese”.
Per quanto riguarda invece le nuove misure adottate dall’Ue per la pesca, l’obbligo di fare uso di reti a maglie più larghe non è dopotutto sbagliato. Ma tale provvedimento, secondo Squeo, non è adatto per un mare come l’Adriatico dove esiste una determinata tipologia di pesce, una fauna ittica dalle caratteristiche particolari che hanno poi portato a creare nei ristoranti e nelle case degli italiani la famosa frittura di paranza, ovvero una frittura mista composta da pesci di taglia piccola. “Ben vengano le azioni tese a tutelare il nostro mare”, ha concluso il responsabile della Federpesca abruzzese, “ma che siano adattate a seconda dei mari. La pesca che si fa sulla costa orientale dell’Atlantico, nello stretto della manica o nel mar di Norvegia non è la pesca che si fa nell’Adriatico. Quindi le misure restrittive andavano scritte anche in base alle caratteristiche delle zone di pesca”.
Lino Nazionale