Soprattutto per i costi relativi alla Giunta, al Consiglio Comunale e più in generale per i servizi istituzionali, la città è tra le ultime in Italia, con una spesa annua di 19 euro ad abitante.
Nel complesso delle entrate, sia tributarie che relative ai servizi comunali, si piazza al 102esimo posto nazionale.
Relativamente alle entrate tributarie, ossia proventi di imposte, tasse, diritti e tributi speciali, Teramo è in coda rispetto agli altri capoluoghi abruzzesi: ogni abitante teramano spende 243 euro l’anno.
Per le entrate extratributarie, ossia proventi dei servizi e dei beni dell’ente come ad esempio l’occupazione del suolo pubblico, Teramo si piazza al 92esimo posto, con un esborso per abitante di 115 euro.
Per le entrate complessive, è al 102esimo posto su 110 capoluoghi, con un’entrata pro-capite pari a 358 euro.
Nella classifica relativa ai debiti, Teramo è terza tra le province abruzzesi, con un debito pari a 1.209 euro per abitante (Chieti 1.714 euro, Pescara 1.400, L’Aquila 222).
Nella graduatoria degli impegni relativi alle spese per la gestione ordinaria della macchina comunale e dei servizi, Teramo vanta un terzultimo posto, con una spesa di euro 591 per abitante, mentre relativamente alle spese per investimenti, figura al secondo posto tra le province abruzzesi, con 235 euro ad abitante, dopo Chieti con 324, prima dell’Aquila con 233 e Pescara 196.
Secondo posto regionale, invece, per le spese di personale, dopo Pescara, con 255 euro per abitante. Nella classifica nazionale è 78esima.
Infine, i costi istituzionali, ossia il costo totale diretto dei servizi per giunta: Teramo figura all’ultimo posto rispetto agli altri capoluoghi abruzzesi, con una spesa pro capite di 19 euro, che pone la città all’83esimo posto italiano.