Oggi è arrivata la replica congiunta dell’assessore Rudy Di Stefano e del Dirigente Veterinario dell’Istituto, Nicola Ferri.
“Il prelievo è stato compiuto nel pieno rispetto di tutte le norme, con quattro veterinari ed un esperto del comportamento felino. Quei gatti vivevano in condizioni sanitarie a dir poco disastrose. Su 69 animali prelevati, 9 sono purtroppo morti dopo pochi giorni, a causa di vecchie patologie. Vivevano in un ambiente chiuso in cui l’igiene non esisteva. Su 35 femmine, solo 3 erano sterilizzate. Venivano alimentati con cibo facilmente deteriorabile. Oggi, invece, vivono in un ambiente idoneo, isolati uno per uno e con uno spazio aperto a disposizione. Sono alimentati esclusivamente con cibo secco e stiamo cercando di curare le loro patologie”.
Un lavoro riconosciuto e apprezzato dalla Lega Anti Vivisezione e dalla Lega per la Difesa del Cane.
“L’Istituto tra l’altro” ha proseguito Ferri “è diventato oggetto di incursioni continue, tanto che siamo stati costretti a chiudere i cancelli. Ma questo non significa che è inaccessibile, semplicemente l’accesso è controllato”.
Insomma, le immagini trasmesse in conferenza stampa hanno mostrato gatti a dir poco deperiti, scarni, trascurati, niente affatto in buona salute.
Una ha addirittura partorito tre cuccioli morti.
Le polemiche non accennano a finire.
Forse, chi si dice amante degli animali, dovrebbe lasciar perdere le inutili discussioni e pensare, solo ed esclusivamente, al benessere di quei felini.
Marina Serra