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Teramo, Confesercenti scopre aumenti maggiori per occupazione suolo pubblico

Teramo. “Un errore strategico”: così la Confesercenti di Teramo ha commentato l’avviso, recapitato a mezzo posta, senza ricevuta di ritorno, a tutti gli operatori del Comune di  Teramo in possesso di autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico. Si tratta dei bollettini per il pagamento dell’importo a seguito dell’aumento del canone annuo sancito con la delibera di Consiglio comunale dello scorso 15 febbraio. L’avviso impone il pagamento entro e non oltre il 30 aprile, pena sanzione di mora.

Nel verificare gli importi, Confesercenti ha, però, constatato che gli aumenti, a differenza di quanto riportato dalla stampa al momento dell’approvazione della delibera (cioè un aumento fino ad un massimo del 70% ), sarebbero stati dell’84% per le autorizzazioni  C.O.S.A.P  del centro storico  e del 100% per le autorizzazioni riferite alle tendine parasole posizionate sopra agli ingressi dei negozi.

“Vista l’attuale difficile  situazione economica che si sta vivendo” commenta in merito Antonio Topitti, presidente provinciale  “non possiamo esimerci dal fare considerazioni negative su quanto deliberato dall’amministrazione comunale di Teramo, sia per la sostanza che per la forma”.

Nel caso degli operatori del centro storico titolari di autorizzazioni di occupazione di suolo pubblico, l’aumento dell’84% corrisponde , infatti,  ai tre quarti del canone annuo. “E’ come se il conduttore di una locazione si vedesse quasi raddoppiato unilateralmente dal locatore il canone di affitto” spiega meglio Topitti, “pretendendone il pagamento entro 30 giorni a prescindere dall’importo. Diciamo a prescindere dall’importo e qui passiamo alla forma, perché vi sono autorizzazioni concesse ad attività (quali edicole, bar, ristoranti, ambulanti, ecc.) che comprendono decine e decine di metri quadrati, con punte anche oltre i cento metri, per i quali gli aumenti vanno da un minimo  di mille euro ad un massimo di 4mila l’anno. Visti i tempi, imporre tali aumenti appare inopportuno e sicuramente un atto di imperio, tanto più che si esige il pagamento del canone in un’unica soluzione, in un lasso di tempo di appena trenta giorni”.

Confesercenti giudica, pertanto, questa linea del Comune un errore strategico, perchè, per ragioni di bilancio, vengono penalizzate attività economiche che già risentono della crisi economica.

“Se, poi” sottolinea, infinte, Topitti, “il provvedimento è sommato all’aumento della “nuova Tarsu”, della mensa degli asili, all’istituzione della nuova imposta sui passi carrai e a tutti gli altri balzelli, compresa l’ipotesi di abbassare a mezzo metro quadrato il limite massimo per l’esenzione tassa delle vetrofanie pubblicitarie,  non si può non parlare di un’ingiustizia sociale. Vi sono, infatti, moltissimi possessori di un’unica unità abitativa con altissimi redditi individuali e familiari, che oggi sono esentati dal pagare l’ICI, mentre la maggior parte degli operatori commerciali, avendo la residenza nel territorio comunale, si vedono imporre doppi tributi, come residenti e come operatori economici, con ripercussioni negative per le famiglie, per le aziende e per tutto il sistema distributivo nel suo complesso”.