Teramo. Con una nota inviata al governatore della Regione, Gianni Chiodi, l‘Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Teramo invita la Regione a legiferare in merito alla liberalizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria introdotta dal Governo con il Decreto Legge n. 47/2010.
“Il Governo” si legge nella nota, “dopo aver avviato un significativo processo di valorizzazione delle nuove tecnologie informatiche finalizzate allo snellimento delle procedure amministrative, attraverso la promozione di strumenti quali la Posta Elettronica Certificata e la Firma Digitale, oggi adotta un provvedimento assolutamente contraddittorio, che elimina ogni controllo ponendo seri problemi sulla sicurezza. Infatti, seppure il decreto legge esclude dalle opere che non abbisognano di titolo edilizio quelle che interessano le parti strutturali dell’edificio viene, di fatto, eliminata ogni possibilità di verifica e si ignorano sia gli strumenti di tutela dei lavoratori edili (DURC) che la documentazione attestante la corretta esecuzione delle opere (collaudo e certificato di regolare esecuzione) lasciando decisioni prettamente tecniche al committente che, paradossalmente, è uno dei primi danneggiati dal provvedimento, in quanto privato delle necessarie tutele che il contributo di una figura professionalmente competente gli fornirebbe“.
In merito a questa problematica, il presidente dell’Ordine, Giustino Vallese, ha sottolineato che gli Ordini e i Collegi professionali della Provincia di Teramo avrebbero fatto proprio della sicurezza nelle costruzioni il tema dominante della propria missione istituzionale.
“E’ auspicabile” si augura, pertanto, Vallese “che tali problematiche, nel rispetto delle rispettive competenze e conoscenze tecniche, permei tutti i livelli della società, dai tecnici agli operatori, fino ai semplici cittadini, poiché il decreto legge recentemente approvato non aiuta la comprensione del ruolo del professionista tecnico negli interventi sulle costruzioni esistenti“.
L’Ordine invita, quindi, la Regione Abruzzo a promulgare una legge di recepimento del Testo Unico dell’Edilizia, dove si escludano con chiarezza dalle opere soggette ad attività edilizia libera tutte quelle che possano avere impatti sia sulla qualità del prodotto edilizio sia sulla sicurezza dei cantieri.