Presidio+davanti+alla+Regione+contro+i+40+licenziamenti+della+Piccola+Opera+Charitas+di+Giulianova
abruzzocityrumorsit
/cronaca/cronaca-teramo/128471-presidio-davanti-alla-regione-contro-i-40-licenziamenti-della-piccola-opera-charitas-di-giulianova.html/amp/

Presidio davanti alla Regione contro i 40 licenziamenti della Piccola Opera Charitas di Giulianova

Giulianova. Domani, martedì 5 maggio, dalle ore 10,30 una rappresentanza di lavoratori della Fondazione Piccola Opera Charitas terrà un presidio nel piazzale antistante la sede dell’Assessorato Regionale alla Sanità, in Via Conte di Ruvo a Pescara.

Lo stato di agitazione del personale è conseguenza della volontà della Fondazione di licenziare 40 lavoratori della struttura che oggi conta oltre 150 dipendenti.

La procedura di licenziamento avrebbe dovuto concludersi nella giornata odierna ma le parti, dinanzi alla Direzione Lavoro della Regione Abruzzo, hanno concordato per una sospensione di qualche giorno per spostare il tavolo della trattativa presso l’Assessorato Regionale alla sanità che si terrà domani alle ore 11.

Il sindacato chiede alla Piccola Opera Charitas di ritirare i licenziamenti e contesta gli esuberi: mandando a casa i lavoratori si abbasserebbe la qualità delle prestazioni erogate ai pazienti. Chiede che vengano verificati, congiuntamente con l’Assessorato alla Sanità, gli standard di personale minimi obbligatori per garantire i livelli essenziali di assistenza e che si attui, congiuntamente con l’Assessorato al Lavoro della Regione Abruzzo, la riqualificazione del personale delle strutture sanitarie da riconvertire a seguito della riorganizzazione della rete regionale dei servizi territoriali (Area anziani non autosufficienti, Disabilità, Riabilitazione), avvenuta con Decreto Commissariale n. 38, del 1 aprile scorso.

CGIL FP, CISL FP, UIL FP, chiedono alla Regione di “dettare una tempistica adeguata, che dia la possibilità alle strutture sanitarie di recepire i nuovi standards dettati dalla riconversione senza creare esuberi di personale.  Si alla riconversione, no agli esuberi, i sindacati continueranno la mobilitazione se non verranno trovate risposte adeguate”.