Se devo tirare le somme di questi due mesi, mi ritengo davvero soddisfatto. L’esperienza pilota iniziata lo scorso 15 dicembre nei 3 quartieri scelti (Colleatterrato, San Nicolò e Sant’Atto, ndr) è una novità che possiamo definire “storica”, perché Teramo aveva già iniziato un percorso che, però, aveva visto la partecipazione esclusivamente delle attività commerciali. Con esse abbiamo raggiunto un primo traguardo, quello cioè del 38% di raccolta differenziata. Ma sapevamo che non avremmo potuto superare questo risultato se non avessimo aggiunto la raccolta a domicilio. È, perciò, un passo in avanti notevole, soprattutto dal punto di vista culturale, se pensiamo anche che abbiamo raggiunto un ottimo 65%.
Quali sono i prossimi step?
Entro il 30 aprile il porta a porta sarà esteso a tutta la città, mentre dovremo attendere il 30 maggio perché sia coinvolto tutto il comune, frazioni comprese. È un evento storico, perché i nati da giugno in poi non vedranno più i cassonetti, che spariranno dalle strade. Si tratta senza dubbio di una rivoluzione dal punto di vista estetico, perché il centro storico sarà senz’altro migliore, ma anche dal punto di vista funzionale, perché il cittadino non sarà più costretto a sopportare i cattivi odori nel periodo estivo.
Rispetto all’esperienza pilota, il metodo utilizzato finora sarà confermato o cambierà qualcosa?
Il metodo sarà lo stesso. Ad essere modulati meglio saranno, invece, gli orari del servizio di raccolta, che ovviamente dovranno mettere insieme diverse zone alle quali va garantita massima efficienza. All’interno del centro storico, ad esempio, la raccolta avverrà nelle ore serali, più precisamente tra la mezzanotte e le ore 4,00. Questo significa che i cittadini dovranno modificare un po’ le proprie abitudini. Sarà necessaria massima partecipazione, ma tutto per una giusta causa. Le ore serali ci permetteranno di evitare che la spazzatura si deteriori con il caldo estivo.
Secondo quanto sperimentato finora, crede che i teramani siano realmente pronti a questo cambiamento?
Assolutamente sì, per quanto sia comprensibile che ogni cambiamento all’inizio porti con sé le sue difficoltà. Avviene anche per le cose più semplici della nostra vita, come quando, ad esempio, ci cambiano improvvisamente posto a tavola. Finora Teramo ha risposto in maniera più che positiva, dimostrando grande partecipazione e “spirito di squadra”. A questo punto, però, gradirei che anche il distratto capisse che cosa significa prendere un rifiuto e gettarlo fuori dagli orari consentiti o in maniera poco consona.
Quali sono le maggiori difficoltà incontrate in fatto di ambiente dalla cittadinanza?
Beh, penso che la difficoltà maggiore stia nell’abbandono dei grandi rifiuti, come lavatrici, televisori e via dicendo. La Teramo Ambiente permette di disfarsene in modo gratuito, offrendo un servizio che prevede il ritiro a domicilio secondo quella che è una precisa tabella. Utilizzando il numero verde, gli operatori fissano un orario e una data precisi per il ritiro che, chiaramente, non è sempre così immediato. Forse impazienti, i cittadini si trovano così, spesso, a lasciare materassi e grandi oggetti nei pressi dei cassonetti. In città sono presenti ben 2.200 contenitori. Si tratta, quindi, di altrettante potenziali micro discariche. E questo non è un bene, soprattutto perché “rovina” il lavoro di tante persone che cercano di mantenere pulita e decorosa la nostra città. Lo rappresenta bene un proverbio giapponese, che dice che fa più rumore un albero che cade che non una foresta che cresce.
Tania Di Simone