Teramo. Maxi risarcimento ad una coppia teramana da una casa farmaceutica dopo che la donna, trentenne, era rimasta incinta nonostante utilizzasse il metodo contraccettivo “Persona”.
La coppia utilizzava da qualche tempo il metodo che monitora i livelli ormonali nell’urina. Nel gennaio scorso però, a seguito di persistente amenorrea, la trentenne si è sottoposta ad esami del sangue ed esame ecografico. Da lì la scoperta di essere incinta, con una presunta data di concepimento del 16 novembre scorso.
La coppia, lui 35enne, si è rivolta all’avvocato Andrea Rossi e ha mostrato come, per quel giorno, il dispositivo indicasse giorno verde, ovvero che non ci sarebbero stati rischi in caso di rapporti (nella foto).
La coppia, essendo contraria all’aborto volontario, ha deciso di portare a termine la gravidanza inattesa, nonostante le precarietà economiche, e di richiedere, tramite l’Associazione Agitalia, Associazione per la Giustizia in Italia, un risarcimento danni alla Unipath, casa farmaceutica di riferimento, per 500mila euro.
Lo scorso 11 marzo è stato raggiunto un accordo transattivo preliminare tra le parti, grazie al quale alla coppia teramana sarà pagato un risarcimento di 150mila euro, rinunciando ad altre pretese.