Francesco Rapino viveva in Belgio da oltre 30 anni. Lì lavorava come imbianchino e da qualche giorno non si avevano sue notizie. La sorella del teramano, che vive anch’essa a Liegi, si è sottoposta al prelievo del Dna che potrebbe aiutare al riconoscimento delle vittime. Nel frattempo, sono state avvisati dalle autorità anche i figli di Francesco Rapino, che vivono, invece, in Italia.
Finora, sono stati identificati solo cinque dei dodici cadaveri estratti dalle macerie del palazzo. Il riconoscimento è reso molto difficile dal fatto che l’esplosione ha letteralmente ridotto i corpi in pezzi. I metodi utilizzati sono, pertanto, molto sofisticati. Fra questi, sembra essere stato utilizzato anche quello dell’analisi dell’arcata dentale.