Tutto il contenzioso prende avvio nell’aprile del 1999 (il sindaco era Augusto Di Stanislao, attuale parlamentare dell’Idv), che in coincidenza con le elezioni amministrative incaricò l’impiegata, responsabile dell’ufficio anagrafe, di occuparsi del disbrigo di una serie di incombenze legate all’ufficio elettorale, visto che l’apposta commissione era stata precedentemente abolita. L’impiegata, però, si rifiutò di adempiere all’ordine di servizio (sostenendo che era incompetente dello svolgere tale servizio, così come accertò poco dopo la prefettura) e già all’epoca ci furono i primi strascichi, visto che la donna cominciò a subire, come si legge poi nella sentenza, una serie di vessazioni sul posto di lavoro, come la disattivazione del fax e del telefono dell’ufficio (per le chiamate in uscita), e il suo trasferimento in altri settori della macchina amministrativa. Nel frattempo, il prefetto nominò un commissario ad acta che si occupò della revisione delle liste elettorali in attesa del ripristino della stessa commissione. La donna, difesa dall’avv. Franco Di Teodoro a quel punto ha deciso di citare in giudizio il Comune, sia per la reintegra nel posto di lavoro originario, che per mobbing, oltre ad una denuncia per violenze e lesioni. Le due sentenze in sede civile, una del 2007 e l’altra del novembre del 2009, hanno dato ragione all’impiegata e di riflesso condannato l’ente per “ danno non patrimoniale conseguente a lesioni dell’integrità psicofisica della persona e per danno morale soggettivo” (51mila euro l’entità del risarcimento) e per “danno da dequalificazione professionale, per illegittimo uso dello ius variandi” (da indennizzare nella misura di circa 38mila euro), oltre alle spese processuali. Al risarcimento sono stati chiamati a pagare in solido il sindaco pro-tempore (ora è Marco Iustini) e l’allora segretario comunale Enrico Cicchese. Angela Di Mizio due anni fa è stata reintegrata nel posto di lavoro senza però che il vecchio contenzioso, ora giunto a sentenza, fosse affrontato e risolto.
Il caso dell’impiegata vittima del mobbing, negli anni scorsi, ha fatto scuola anche nel mondo universitario, visto che le vicissitudini della donna sul posto di lavoro sono state oggetto di un’analisi da parte di Harald Ege, docente in Psicologia del lavoro all’Università di Bologna, che ha citato la vicenda in uno dei suoi saggi accademici. Sulla condanna per mobbing prendono posizione anche i consiglieri comunali di minoranza al Comune di Colonnella. “E’ un episodio di enorme gravità”, dicono le opposizioni consiliari, “ visto che il Comune, per l’accanimento di alcuni amministratori e indifferenza di altri, si ritrova a dover sostenere una spesa di oltre 100 mila euro che pagheranno tutti i cittadini.
Rimaniamo delusi dagli atteggiamenti avuti dalla amministrazione comunale che avrebbe potuto risolvere la controversia in tempi brevi e senza ledere ulteriormente i diritti e la dignità della dipendente comunale”.