L’uomo è stato interrogato per tutta la mattinata dal giudice Serena Bizzarri nella caserma dei carabinieri di Martinsicuro, alla presenza anche del comandante della compagnia di Alba Adriatica in capitano Pompeo Quagliozzi.
Dinanzi al magistrato inquirente, l’uomo, che lavora come operaio in un’azienda vivaistica di Martinsicuro ha ammesso le proprie responsabilità. Era stato lui subito dopo aver commesso l’uxoricidio ad avvertire il 112, con la moglie riversa in una pozza di sangue. Due fendenti sferrati con un coltello da cucina che hanno reciso la gola alla poveretta.
Rudina Koni lavorava alle dipendenze di un’impresa di pulizie notturne all’interno del centro commerciale di Colonnella. Ieri sera la donna era stata a cena con alcuni colleghi e colleghe. Al rientro a casa, poco prima delle 4, ad attenderla ancora sveglio e in piedi c’era il marito. L’uomo avrebbe chiesto spiegazioni sul perché la cena si fosse prolungata così a tarda ora. La donna ha dato le sue spiegazioni, ma il marito l’avrebbe accusata di tradirlo, di frequentare un altro uomo più giovane di lui. A quel punto è scattato il raptus omicida. Avrebbe prima dato una spinta alla moglie che è caduta a terra e poi le avrebbe sferrato i due fendenti, uccidendola praticamente sul posto.
A quel punto ha chiamato il 112. Intorno alle 4 sarebbe arrivata una telefonata anche al 118. Ma quando gli operatori del pronto intervento hanno alzato la cornetta per rispondere al telefono, la chiamata è stata interrotta. Il corpo senza vita di Rudina Koni è stato trasferito successivamente all’obitorio dell’ospedale di Teramo. Domani l’anatomopatologo, il dottor Pino Sciarra, eseguirà l’autopsia. Sequestrato il coltello da cucina che Shkelqim Koni ha usato per squarciare la gola alla moglie.
Lino Nazionale