Il giovane marocchino, giudicato con il rito abbreviato, è stato condannato a 16 anni di reclusione. Il pm Roberta D’Avolio, per l’omicidio dell’imprenditore ed ex istruttore di palestra, aveva richiesto 21 anni, ma la pena è stata ridotta di un terzo (come prevede il codice per il rito abbreviato), senza la concessione ovviamente delle attenuanti generiche. Moumen Daib (difeso da Tommaso Navarra e Luca Di Edoardo), confessò l’omicidio di Max Costantini qualche giorno dopo il delitto, maturato nell’azienda di insegne luminose che l’imprenditore teraramno gestiva nella zona industriale di San Nicolò. Quella sera, secondo quanto ricostruito dall’indagine e della confessione dello stesso assassino, Moumen Daib si incontrò con Costantini, dal quale aveva avuto una promessa di lavoro, e reagì in maniera violenta, vibrando 20 coltellate, alle avances sessuali dell’imprenditore.