Nella devastante catastrofe che ha già provocato oltre centomila vittime, mettendo in ginocchio un intero Stato, la vita di Cristina Iampieri, 35enne avvocatessa teramana, da tre anni residente insieme al marito e a un bimbo di dieci mesi a Port-Au-Prince per il suo impiego da funzionario negli uffici dell’Onu, è stata salvata grazie alla visita del padre.
E’ stato, infatti, proprio per andare a prendere all’aeroporto papà Bruno, in arrivo dall’Italia per far visita alla figlia, che Cristina ha fatto in tempo ad uscire dal proprio ufficio prima che la terra cominciasse a tremare, facendo sgretolare l’intero palazzo. Intanto nel teramano, la signora Assunta, mamma di Cristina, non si dà pace.
Per lei, che vive nel piccolo centro di Borrano, a pochi passi da Civitella del Tronto, queste sono ore di attesa. Cristina, il genero, il marito Bruno ma soprattutto il nipotino sono salvi e questo è già un dono per lei. Ma ora c’è l’angoscia di chi non sa cosa potrebbe accadere.
Non vuole vedere i giornalisti, è ancora sconvolta ma conferma che nella giornata di ieri è riuscita a sentire al telefono, anche se solo per pochi attimi, la figlia e il marito. “Stanno bene” dice “ma cosa accadrà ora?” si domanda.
Sono ancora poche e confuse, infatti, le notizie che arrivano dal luogo del disastro e le preoccupazioni di Assunta sono soprattutto per il nipotino e per suo marito che ha 75 anni. Oltre al fatto che la terra continua ancora a tremare, ad Haiti mancano i generi di prima necessità.
“Aiutateli” è l’unica implorazione che mamma Assunta sa esprimere. “Non hanno niente, manca l’acqua, non c’è cibo, non hanno medicine, c’è solo morte lì” dice disperata la donna.
Ed è stato impossibile per Assunta e le altre tre figlie, tornate a casa per stare vicino alla madre, riuscire a contattare di nuovo Cristina che da tre anni aveva scelto di vivere e lavorare in uno dei paesi più poveri del mondo.
Resta, intanto, continua la comunicazione con gli uffici della Farnesina nella speranza di poter riportare al più presto a casa Bruno, Cristina e la sua famiglia.
Nel frattempo si può solo sperare e offrire il proprio sostegno attraverso la Caritas e le organizzazioni umanitarie già attive per mandare gli aiuti ad Haiti.
Manuela Martella