Anche gli agricoltori abruzzesi si uniscono alla protesta di settore contro le norme europee in fatto di carne coltivata, farina d’insetti aumento tassi e svendita di terreni.
“Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio, e le partite di calcio come se fossero guerre” diceva Winston Churchill, riferendosi alla scarsa capacità da lui percepita, che gli italiani dimostrerebbero nei momenti di crisi. Dall’Abruzzo però, arriva una testimonianza umana che farebbe ricredere il grande statista inglese dato che la categoria degli agricoltori ha deciso di unire le forze e protestare.
Una protesta a cui gli agricoltori italiani si sono aggregati, dopo che Francia e Germania avevano dato il via alle mobilitazioni. Non è passato troppo tempo prima che i video dei trattori per le strade, giungessero agli occhi degli agricoltori italiani, che hanno scelto di unirsi alla protesta. Ma protesta per cosa? I motivi sono i più disparati, anche se in generale si potrebbe dire, che si tratta di un moto di protesta contro le nuove norme europee sull’agricoltura.
I moti abruzzesi
Dopo Francia e Germania, anche l’Italia protesta contro le norme europee. Agricoltori, viticoltori e allevatori in questi giorni, hanno iniziato la loro marcia per le strade italiane a bordo dei loro mezzi agricoli, per protestare contro le
politiche agricole dell’Europa, contro la carne coltivata, le farine d’insetti, l’aumento delle tasse, le accise sul gasolio, la svendita dei terreni.
Gli abruzzesi stanno facendo la loro parte, dando un apporto significativo alla protesta. In più di trecento, a bordo di oltre un centinaio di trattori e mezzi agricoli sono attualmente in sit-in a Pescara, negli spazi che appartenevano all’ormai ex Cofa, il noto mercato ortofrutticolo. L’intenzione degli addetti ai lavori è quella di restare lì per almeno un paio di giorni così da far sentire la propria voce.
Dalla mattinata di mercoledì 24 gennaio inoltre, hanno deciso di scendere in strada per dar man forte, anche gli agricoltori del Fucino che dalle 8.30 hanno portato i trattori nei pressi del casello autostradale di Celano. Luciano Faricelli, agricoltore 37enne del Pescarese, ha dichiarato:”I costi di produzione sono aumentati in maniera insostenibile. L’unica cosa che la Regione Abruzzo può fare direttamente è intervenire sulle accise sul gasolio”.
Faricelli ha inoltre parlato della rete di agricoltori messa in moto per questa protesta:”Siamo in contatto con agricoltori di Puglia e Marche per decidere insieme che cosa fare. Se non ci ascolteranno saremo costretti a pensare a iniziative eclatanti, ad esempio non produrre niente per 3/4 mesi per non far arrivare nulla alla grande distribuzione”.