Nelle carceri abruzzesi continuano ad essere episodi di violenza e gesti estremi. L’ultimo ha portato diversi agenti in ospedale
Ancora una rivolta nelle carceri abruzzesi. Non è la prima volta che le strutture penitenziarie finiscono al centro di violente proteste da parte dei detenuti oppure di gesti estremi. Nella giornata di ieri, lunedì 17 febbraio, si sono vissuti momenti di assoluto terrore a Pescara dopo la morte suicida di un egiziano di 24 anni.

La decisione di togliersi da vita del giovane ha fatto partire una protesta da parte degli altri detenuti. Un caos che poteva avere un bilancio ancora più grave di quello che alla fine è stato. Alcuni agenti sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche perché intossicati. E con loro anche diversi detenuti. La situazione è tornata alla normalità dopo diverse ore ed ora si sta cercando capire meglio il motivo di un suicidio che ad oggi ha diversi punti da chiarire.
Caos in carcere: cosa è successo
Doveva essere una giornata come tutte le altre nel carcere di Pescara. Invece un gesto estremo ha fatto trasformare tutto in un vero e proprio caos. Il tutto è partito dopo la notizia del suicidio di un egiziano di 24 anni. Una morte sulla quale ci sono diversi punti ancora da chiarire, ma questo non ha fermato la rivolta degli altri detenuti.
Poco prima dell’ingresso dei familiari per i colloqui è stato appiccato un incendio provocando diversi disagi oltre che l’intossicazione di molti agenti e degli stessi detenuti. Diverse persone sono state costrette alle cure mediche e solamente l’intervento della polizia, in aiuto a quella penitenziaria, è riuscita a riportare la situazione alla tranquillità. Ora è stata aperta un’indagine per chiarire meglio quanto successo.

Ma di certo l’ennesima rivolta nelle carceri abruzzesi conferma una situazione non facile. Da tempo si chiede un intervento da parte del governo e questo, almeno fino ad oggi, non c’è assolutamente stato.
I sindacati in allarme
Il suicidio e la rivolta confermano il fatto che la situazione nelle strutture penitenziarie della regione continua ad essere molto critica. I sindacati si augurano che quanto successo a Pescara possa portare il governo a prendere una decisione molto importante per garantire la sicurezza sia dei detenuti che degli agenti.