Il tutto era stato filmato da un vicino che aveva allertato il Corpo Forestale dello Stato, portando alla denuncia per maltrattamento ai sensi dell’articolo 544 del Codice Penale. La Lega nazionale per la difesa del cane si era costituita parte civile nel procedimento penale per poterlo seguire da vicino e sostenere le accuse contro l’autore della violenza. Nel frattempo il cagnolino, che fortunatamente non aveva subito conseguenze gravi, era stato sequestrato e successivamente riaffidato alla proprietaria che aveva lasciato l’uomo e si era trasferita in un’altra casa.
“L’imputato è stato condannato a pagare una multa di 7.000 euro”, riferisce Michele Pezone, Legale e Responsabile Diritti, “che, con le leggi attuali, è poco più del minimo edittale, ma siamo comunque soddisfatti. Spesso infatti ci troviamo davanti a richieste di archiviazione, mentre questo caso è stato trattato con la dovuta attenzione e serietà. Il magistrato, si è anche interessato dell’attuale stato di salute del cagnolino chiedendo sue notizie alla proprietaria, sentita come testimone. Un segnale positivo che dimostra sensibilità.”
“Una condanna per maltrattamenti è sempre una vittoria, anche se il pagamento di una multa è davvero poco per quello che ha dovuto subire il povero cagnolino”, afferma Piera Rosati, presidente Lndc Animal Protection, “ancora una volta dobbiamo ribadire che le pene previste dall’attuale ordinamento sono insufficienti ed è necessario che si proceda rapidamente alle dovute modifiche del Codice Penale per punire in maniera adeguata chi maltratta o uccide un animale.”
“In questa circostanza è stata fondamentale la prontezza di un vicino che ha filmato la violenza a cui era sottoposto il volpino, rivolgendosi poi alle forze dell’ordine. Grazie al suo intervento è stato possibile mettere fine alle angherie e salvare il povero animale, evitando che la vicenda finisse in tragedia. Ringrazio quindi questa persona che non si è voltata dall’altra parte ma ha dato un contributo fondamentale per tutelare un essere indifeso. È importante che chiunque assista a episodi di questo tipo raccolga tutte le prove che può e denunci tempestivamente tutto alle forze dell’ordine”, conclude Rosati.