A richiederla è il Garante degli anziani del comune di Pescara, Giancarlo Roio, che afferma: “I tempi di attesa per visite specialistiche ed esami radiologici nella sanità pubblica sono spropositatamente lunghi, spesso superano l’anno anche con codici di urgenza. Ma se si è disposti a pagare quelle stesse prestazioni specialistiche ed esami in modalità intramoenia, ossia pagando la parcella del medico specialista, fuori dal regolare suo orario di lavoro ma all’interno dell’ospedale usufruendo, quindi, di una struttura ambulatoriale e diagnostica pubblica, la disponibilità alla visita ed alla prestazione è pressoché immediata”.
“Metodo lecito ma moralmente ingiusto”, commenta Roio, “si legittima una dimensione di forte disparità nella sanità pubblica, con tratti di profonda iniquità ed ingiustizia sociale. Solo i ceti più abbienti hanno completa ed immediata tutela della loro salute, in netto contrasto con la nostra Costituzione che stabilisce che la salute è un diritto di tutti indipendentemente da status giuridico, appartenenza sociale o condizione economica. Senza considerare poi l’esecrabile diffuso fenomeno sociale, tipicamente nostrano, di accedere ai vari servizi pubblici, soprattutto sanitari, grazie a maggiori disponibilità economiche, a speciali privilegi, alle giuste conoscenze e parentele”.
Roio, quindi, si appella “alla dirigenza sanitaria locale, affinché ristabiliscano equità di trattamento nella sanità, procedendo alla sospensione dell’esercizio della professione privata negli ambulatori pubblici e disponendo nel contempo affinché tutte le risorse strutturali, tecnologiche ed umane di cui si dispone in ambito sanitario vengano messe a disposizione di ogni cittadino indistintamente, assicurando completa e tempestiva assistenza fino al completo ripristino di ragionevoli tempi di attesa per le visite specialistiche e gli accertamenti radiologici”.