Come fatto già dal sindaco di Montesilvano, e da tanti altri in Abruzzo e in Italia, il primo cittadino pescarese ha emanato un’ordinanza che, di fatto, “cestina” la circolare inviata dal Viminale ai Prefetti inerente la possibilità di passeggiare, nei pressi di casa, insieme ai bambini.
Ecco il messaggio di Masci
Cari pescaresi,
l’ultima circolare del Ministero dell’Interno, sebbene sia stata successivamente puntualizzata alla luce di perplessità e fraintendimenti, ha indotto molti a credere che fossero state allentate le misure di sicurezza e ammorbidite le direttive che impongono di rimanere a casa per contenere il contagio.
Non è affatto così.
Sono stato pertanto costretto a una nuova ordinanza per impedire comportamenti superficiali e pericolosi che mettano a repentaglio la nostra vita, quella dei nostri cari, e delle persone con cui possiamo entrare in contatto.
Il Coronavirus uccide.
Non illudiamoci di averlo sconfitto e non permettiamoci il lusso, che pagheremmo caro, di credere di poter abbassare la guardia in un momento che può diventare decisivo in questa lotta al contagio. I segnali di moderato ottimismo che arrivano dalla casistica sul decorso della pandemia devono essere quelli che ci fanno insistere su un atteggiamento razionale, giusto ed efficace, non certamente quelli che ci portano istintivamente a voler rivivere all’improvviso la normalità.
Questo non è possibile.
La mia ordinanza ribadisce i divieti e le prescrizioni ora più che mai da osservare:
– restate a casa, non frequentate i posti all’aperto, non eccedete nelle uscite per fare la spesa, non recatevi inutilmente in posti in cui non c’è necessità di andare;
– niente passeggiate con i bambini se non per comprovati motivi di salute.
Non abbiamo un altro modo efficace per impedire una crescita o una ricrescita dei casi che sarebbero devastanti per la nostra comunità.
L’ordinanza ribadisce e precisa ciò che possiamo fare e ciò che non possiamo assolutamente fare.
Stare a casa non è una scelta: è un obbligo ed è un preciso dovere di responsabilità.
Non vanifichiamo l’incredibile lavoro dei sanitari negli ospedali, l’impegno sulle strade delle forze dell’ordine e di quanti curano pulizia, igiene e manutenzione, i sacrifici di chi assicura il funzionamento dei negozi e dei supermercati.
Non vanifichiamo tutto quanto di buono abbiamo fatto finora, i sacrifici di noi tutti e in particolare quello dei titolari dei negozi che hanno dovuto abbassare le saracinesche, delle famiglie che si sono viste all’improvviso privare di una fonte di reddito.
Se rispettiamo le regole, rispettiamo noi stessi.
Più sapremo sacrificare qualche altra giornata rimanendo a casa, prima usciremo da questa emergenza.