Questo particolare percorso di studio forma gli investigatori che danno ausilio alle forze di Polizia Giudiziaria in caso di crimini contro gli animali. Coinvolti veterinari e biologi provenienti da tutto il territorio nazionale, il corso si sviluppa nell’ambito delle scienze forensi, applicate sia all’approccio della scena del crimine che alle metodiche di laboratorio, e forma professionisti ed espert
Il Master affronta anche il tema dei reati contro gli animali selvatici, e docenti e studenti hanno scelto la Sede Scientifica del Parco Nazionale della Majella per uno stage intensivo che si è tenuto la scorsa settimana, per conoscere le problematiche di gestione relative alla tutela di lupi, orsi e camosci, ma soprattutto per toccare con mano le occasioni e le esperienze maturate in questo campo dallo staff del Parco.
Dal monitoraggio radiotelemetrico sul lupo, ai casi discussi sulle attività diagnostiche ed investigative nei casi di mortalità illegale, dall’esperienza condivisa sui tavoli necroscopici alle linee guida per la gestione delle “scene del crimine”, le attività condotte da anni dal Parco hanno consentito ai professionisti intervenuti di entrare profondamente nel dettaglio delle tematiche della medicina veterinaria forense applicata alla fauna selvatica.
Il Parco Nazionale della Majella è senz’altro una delle aree protette che in Italia ha maggiormente contribuito all’applicazione di questa disciplina, sia per l’aver messo a sistema una serie di dati provenienti dalle attività di monitoraggio faunistico, in favore anche dell’investigazione forense, sia per aver ideato e sperimentato un nuovo modello operativo, in occasione del Life Wolfnet, con i Gruppi Operativi Specialistici, che per primi, insieme al Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria dell’IZSLT di Grosseto, hanno avviato, ormai quasi 10 anni or sono, le attività di investigazione contro i crimini della fauna selvatica, un po’ come avviene per i RIS con i casi di omicidio.