Pescara. Saranno tanti, sabato mattina, 29 novembre, i lavoratori abruzzesi dell’edilizia che parteciperanno alla giornata di mobilitazione nazionale organizzata dai sindacati delle costruzioni, e che nella nostra regione esprimeranno la loro protesta e le loro richieste in una manifestazione che inizierà alle ore 9,30 in piazza Unione, a Pescara.
Lo affermano i segretari regionali della Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil. I sindacalisti in una lettera alla giunta e ai gruppi consiliari hanno chiesto alla Regione Abruzzo di prendere atto della gravissima perdita di posti nel settore delle costruzioni e di mettere in campo e realizzare progetti e azioni capaci di creare nuovo lavoro, compresa la ridefinizione e il completamento del quadro legislativo regionale che disciplina la materia delle costruzioni.
“D’altra parte – si legge in una nota congiunta delle tre organizazioni di categoria – agire sul fronte occupazionale e’ prioritario e urgentissimo in una regione che nell’edilizia ha gia’ perso 12 mila posti di lavoro, e dove la chiusura di tantissimi impianti fissi del settore delle costruzioni (legno, lapidei, laterizi) sta concorrendo corposamente alla deindustrializzazione abruzzese. Il lavoro edile inoltre, in Abruzzo come in tutta Italia, ha assunto le caratteristiche di disomogeneita’ e d’intermittenza, concentrandosi nell’area del cratere sismico. Riguardo ancora il terremoto, sembrava impensabile che l’Abruzzo, a fronte della ricostruzione, potesse subire sia una preponderante perdita di posti di lavoro “regolari”, sia un utilizzo di manodopera abruzzese pari soltanto al 52% degli impieghi”. Per queste ragioni, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil chiedono di istituire presso la Regione un tavolo di confronto sulla programmazione delle infrastrutture abruzzesi e sui finanziamenti per la ricostruzione post terremoto, insieme a un tavolo di verifica sulla cantierabilita’, ad esempio accertando l’apertura dei cantieri per la messa in sicurezza delle scuole.