E’ il commento dell’avvocato di Feniello Camillo Graziano sulla richiesta di proscioglimento dell’ex capo della Squadra Mobile Pierfrancesco Muriana da parte della procura di Pescara dai reati di calunnia e depistaggio.
Il legale spiega di aver assistito “a due decisioni che mi hanno lasciato attonito: l’archiviazione nei confronti del Prefetto e dell’allora sottosegretario Chiavaroli, e adesso quella nei confronti di Muriana. I primi due, secondo il GIP, non avevano commesso alcun illecito quando hanno riferito alla famiglia Feniello che Stefano era vivo; nulla è a loro imputabile, in quanto mossi da buona fede e compassione umana. Muriana, invece non era sereno quando gettava ombre su chi ha svolto le indagini, era in preda agli incubi quando scriveva il suo esposto, e quindi è da ritenere non imputabile. Mi fa specie che questa umanità, che Procura e Tribunale hanno riconosciuto a queste persone, sia mancata nei confronti dei parenti delle vittime e, in particolare, nei confronti della famiglia Feniello. E’ noto che Alessio sta affrontando un processo per “violazione dei sigilli”. Ebbene, il 3 novembre prossimo saremo nuovamente in Tribunale, stavolta anche con la madre di Stefano, per lo stesso motivo, per un nuovo processo. Una famiglia alla quale però non si fanno sconti, nei confronti della quale non si considerano quegli aspetti umani che, a quanto pare, la Procura e il Tribunale di Pescara dimostrano di conoscere. Credo che una tale disparità di trattamento sia evidente”