La misura cautelare è stata disposta dal G.I.P. del Tribunale di Pescara, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a conclusione di un’articolata attività investigativa.
Le indagini hanno consentito di accertare che il dipendente infedele, ora licenziato, tra il 2016 e 2017 si è appropriato indebitamente della somma complessiva di circa 40mila euro, sottraendola da un libretto postale intestato ad un’anziana parente.
La condotta delittuosa, ormai consolidata, veniva posta in essere mediante prelievi direttamente dalla cassa o tramite sportello bancomat, utilizzando una carta Postamat associata al libretto postale in questione.
Per tale indebita appropriazione, l’impiegato infedele, abusando della qualità di pubblico ufficiale, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria locale per il reato di peculato, punito con la reclusione fino a 10 anni di carcere.