“E’ a tutti nota – afferma il prelato – la situazione dell’area industriale di Bussi sul Tirino e la contaminazione delle matrici ambientali nei pressi degli impianti e nelle aree limitrofe, tanto da essere definita ‘la piu’ grande discarica di rifiuti chimici di tutta Europa’. Come Pastori della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana, per amore alla nostra gente e alle future generazioni, non possiamo restare indifferenti rispetto ai problemi che riguardano strettamente la parte di terra che ci e’ stata affidata: ‘Davvero il pianeta e’ casa che ci e’ stata donata, perche’ l’ abitiamo responsabilmente, custodendone la visibilita’ anche per le prossime generazioni’ (Una nuova sobrieta’ per abitare la terra, Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana, 2 febbraio 2008). Noi vescovi, con un documento del mese di luglio del 2008 – ricorda Valentinetti – abbiamo gia’ fatto sentire la nostra voce riguardo alla nostra terra sempre piu’ minacciata da uno sviluppo che di fatto non tiene conto del “peso” che ha sull’ambiente in cui viviamo.
“Anche Papa Francesco”, prosegue la lettera della Ceam, nella catechesi del 21 maggio scorso ha sottolineato la necessita’ di custodire il creato: ‘Dobbiamo custodire il creato perche’ e’ un dono che il Signore ci ha dato, e’ il regalo di Dio a noi; noi siamo custodi del creato. Quando noi sfruttiamo il creato, distruggiamo il segno dell’amore di Dio. Distruggere il creato e’ dire a Dio: ‘non mi piace…E questo non e’ buono: ecco il peccato. Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo alcune volte, ma il creato non perdona mai e se tu non lo custodisci lui ti distruggera”. Queste parole chiare e profonde – commenta monsignor Valentinetti – richiamano la responsabilita’ morale di tutti, in particolare chi ha inquinato ed e’ tenuto a riparare, ecco perche’ facendoci portavoce delle popolazioni che continuamente si rivolgono a noi, chiediamo che il male fatto, in modo particolare quello della Val Pescara, venga riparato. Dove e’ stata accumulata la ferita dell’inquinamento, ci sia la riparazione con una bonifica integrale. Questa sara’ il segno che e’ dovuto come giustizia e apertura di speranza. Il Signore – conclude il presidente della Ceam – risvegli i cuori al senso di responsabilita’ e conceda un futuro alla nostra terra perche’ essa possa restare per tutti casa abitabile, spazio di vita per le generazioni presenti e future”.