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Bussi, il giorno dopo il dossier shock: tutte le reazioni

Pescara. E’ enorme l’eco scatenata dalla pubblicazione del rapporto Iss sulla discarica di Bussi. Da più parti, politiche e civili, arriva la condanna all’incuria dimostrata da chi, per decenni, non ha sorvegliato sull’interramento di rifiuti tossici, che avrebbero contaminato l’acqua a disposizione di 700mila persone.

 

FORUM ACQUA: SOSTANZE TOSSICHE IN ADRIATICO 
“Bussi e’ il caso peggiore in Europa di esposizione a sostanze tossiche tramite acqua di rubinetto contaminata. Lo è per tipo di sostanze pericolose, anni di esposizione e numero di persone coinvolte. Per venti anni oltre mezzo milione di cittadini sono stati esposti. C’e’ un caso leggermente simile solo negli Stati Uniti”. Cosi’ Augusto De Sanctis, del Forum abruzzese dei Movimenti per l’acqua, evidenziando che “quella e’ una zona delicatissima dove passa l’acqua di mezzo Abruzzo” e che a distanza di sette anni dal fiume Pescara “nel mare Adriatico continuano ad arrivare sostanze tossiche”.

MELILLA: DAL GOVERNO SUBITO LA BONIFICA
“Il governo deve subito adoperarsi per la bonifica del sito di Bussi stanziando risorse adeguate”. Lo afferma il deputato di Sel Gianni Melilla, che annuncia come “riparlero’ nuovamente alla Camera sulla discarica di Bussi, sul risanamento del nostro fiume, e su questo enorme, intollerabile, scandaloso attentato alla nostra salute con l’acqua inquinata che chissa’ per quanti anni abbiamo bevuto inconsapevolmente. Spero che questa volta il governo Renzi da poco insediato, si assuma la responsabilita’ di guidare il processo di bonifica ambientale di Bussi, nella regione verde d’Europa che con 4 Parchi nazionali ha la piu’ alta percentuale di territorio protetto. C’e’ da rimanere allibiti dalla sottovalutazione degli effetti provocati dalla discarica di Bussi”. Melilla, che sull’argomento ha presnetato sei interrogazione in circa un anno, cosi’ prosegue: “Occorre che il governa capisca che insieme a Taranto, il sito di Bussi e’ una gravissima emergenza nazionale che attenta alla salute di centinaia di migliaia di cittadini innocenti e per troppi anni tenuti all’oscuro di quanto era successo. Ci dicono ora che l’acqua che abbiamo bevuto fino al 2007 (e dunque chissa’ da quanti anni la bevevamo), noi, i nostri figli, i nostri genitori, una comunita’ di centinaia di migliaia di persone, era gravemente inquinata e dannosa per la nostra salute. Sono passati tanti anni, le sorgenti sono cambiate e si dice che ora l’acqua sia sicura, ma e’ evidente che i cittadini non possono avere nessuna fiducia rispetto alla filiera dell’acqua, a chi in particolare doveva e deve garantire l’assoluta certezza sulla potabilita’ dell’acqua che viene nelle nostre case e paghiamo profumatamente. Solo grazie alla attivita’ di denuncia delle associazioni ambientaliste sono stati assicurati ai cittadini informazioni sul rischio sanitario che correvano”. 

PARLAMENTARI PD: SCREENING SU POPOLAZIONE
“Settecentomila persone interessate dal rischio, laddove sia davvero confermato tale rischio negli fino al 2007, vanno sottoposte a screening a seconda del grado di tossicita’ delle acque. Quindi vogliamo conoscere i contenuti veri dell’indagine dell’Istituto superiore di sanita’ e sollecitare azioni per la messa in sicurezza, sempre che ce ne sia la reale necessita’, delle popolazioni coinvolte in queste gravissime vicende”. Lo chiedono i parlamentari del Pd abruzzese Maria Amato, Antonio Castricone e Vittoria d’Incecco dopo le allarmanti notizie sull’inquinamento delle falde acquifere dovute alla megadiscarica dell’ex Montedison. I parlamentari precisano che “per mettere ordine ed evitare allarmismo nella popolazione ci preme ricordare che, ad oggi le acque di Bussi non sono tossiche”. Con la richiesta di risposta scritta in XII commissione – Affari sociali e sanita’ – l’onorevole Maria Amato prima firmataria con Castricone e D’Incecco interrogano il ministro della Salute Beatrice Lorenzin “sui rischi in salute conseguenti alle gia’ note problematiche di inquinamento acquifere di Bussi sul Tirino. Tra le premesse alcuni stralci della relazione dell’indagine dell’Istituto superiore di Sanita’ sulla qualita’ delle acque”. “Ho ritenuto importante a questo punto innanzitutto mettere al primo posto la salute delle cittadinanze dell’intero hinterland del polo chimico inquinato”, afferma Maria Amato. I parlamentari del Pd abruzzese specificano che “tale azione e’ volta soprattutto ad evitare inutili atti di terrorismo psicologico nelle popolazioni. Ad oggi le acque sono pure e non tossiche, ricordiamo che, quelli che oggi vengono contestati, sono fatti risalenti al 2007. IL Pd, inoltre, rivendica il ruolo avuto dall’allora senatore Legnini per la risoluzione dell’emergenza idrica dell’area attraverso nuovi e non inquinati pozzi”.

VERDI: “NORIMBERGA” PER CRIMINI AMBIENTALI
“La drammatica situazione della discarica di Bussi dimostra ancora una volta che in Italia e’ urgente una ‘Norimberga’ per i crimini ambientali per fare giustizia rispetto a tutte le ‘bombe ecologiche’ in cui inquinamento e la corruzione hanno fatto e fanno strage di vite”. Lo dichiara il coportavoce dei Verdi italiani Angelo Bonelli che aggiunge: “Da Taranto a Bussi, dalla Terra dei Fuochi a Trieste, da Brindisi a Priolo e’ ormai evidente che siamo ormai di fronte ad un crimine contro l’umanita’ perche’ ci sono oltre 6 milioni di persone che non sanno cosa mangiano, che sostanze contiene l’acqua che bevono e l’aria che respirano, perche’ si ammalano e perche’ muoiono i propri cari”. 
“Non solo chiediamo un’immediata commissione d’inchiesta sulle bombe ecologiche italiane ma chiediamo che a questa commissione venga attribuito il potere di fare le indagini epidemiologiche sulle conseguenze dell’inquinamento – conclude Bonelli -. Quella che abbiamo difronte e’ una situazione drammatica e insostenibile, rispetto alla quale la politica si volta colpevolmente dall’altra parte e solo la magistratura difende la salute e i diritti dei cittadini: e’ ormai chiaro che in materia di tutela ambientale e di legalita’ l’Italia e’ estrema periferia d’Europa”. 

ASL PESCARA: ACQUA POTABILE

E’ la Asl Pescarese, con una nota stampa, a rassicurare i cittadini sulla potabilità dell’acqua che sgorga dai rubinetti serviti dagli acquedotti sotto minaccia contaminazione. Riportiamo la nota integralmente:

“In riferimento alle notizie apparse sui media circa la potabilità dell’acqua destinata al consumo umano proveniente dalla zona di Bussi sul Tirino, si comunica che il Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione (SIAN) – Dipartimento di Prevenzione – della ASL di Pescara comunica che dal 2007 sono stati chiusi i Pozzi Sant’Angelo e sono stati realizzati nuovi pozzi denominati Campo Pozzi San Rocco, posti a monte della discarica di Bussi sul Tirino.

L’acqua in distribuzione proviene da questi nuovi pozzi, le cui acque sono controllate regolarmente anche per la ricerca di eventuali sostanze contaminanti quali cloruro di vinile, tricloroetilene, piombo e mercurio.

 

Tali sostanze ad oggi non sono state mai riscontrate.

 

Annualmente, il SIAN effettua in totale circa 600 campionamenti di routine e di verifica nel territorio provinciale per l’accertamento della potabilità dell’acqua, nel rispetto del Piano di Campionamenti Annuale, ai sensi del D. Lgs. 31/2001, e nell’anno 2013, sono state sottoposte a controlli anche tutte le sorgenti.

 

Alla luce dei controlli effettuati e dei risultati analitici dei campioni esaminati dall’ARTA, l’acqua attualmente in distribuzione nel territorio provinciale è sicura”.

CHIODI: L’ACQUA DI CHIETI E PESCARA E’ OTTIMA 
 “Nessun motivo di allarmismo perche’ la qualita’ dell’acqua che arriva nelle case degli abruzzesi residenti nel bacino Chieti-Pescara e’ ottima”. Lo afferma il presidente della Regione, Gianni Chiodi, dopo un colloquio con il Commissario straordinario Aterno-Pescara, Adriano Goio. “Il documento dell’Istituto superiore della Sanita’ – ricostruisce Chiodi – ‘fotografa’ la situazione al 2007, ma tutti sanno che dopo l’insediamento del 2006 del Commissario straordinario Aterno-Pescara, lo stesso dispose la chiusura dei quattro pozzi di Sant’Angelo, posti a valle della discarica e degli stabilimenti di Bussi, perche’ le indagini dell’Arta avevano rilevato che quei pozzi erogavano acqua inquinata. Per non ridurre la portata e la pressione dell’acqua, il Commissario ne apri’ subito altri quattro in localita’ San Rocco e i valori dell’acqua tornarono nella normalita’. Dal 2007, quindi, la popolazione del chietino e pescarese beve acqua purissima, potendo contare anche su una portata consistente che evita crisi idriche durante i periodi estivi. Ora – conclude Chiodi – e’ in corso un processo in Corte d’assise a Chieti e l’Istituto superiore della Sanita’ ha depositato nel processo il documento, che ripeto fa riferimento alla situazione del 2007, per la richiesta di danno ambientale”

SAIA: CHIODI SAPEVA
“Queste dichiarazioni ci lasciano senza parole. Non sapere ci pare quanto meno incredibile”. Lo ha detto Augusto De Sanctis, del Forum abruzzese dei Movimenti per l’acqua, a proposito delle affermazioni del presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi il quale ha sostenuto di non sapere nulla dei dati relativi all’inquinamento di Bussi e di non aver mai ricevuto segnalazioni dall’Istituto superiore della sanita’, altrimenti avrebbe preso provvedimenti. “Il sito – ha sottolineato De Sanctis – e’ stato perimetrato nel 2008 come sito di interesse nazionale per le bonifiche. Inoltre la Regione Abruzzo viene invitata costantemente alle conferenze di servizio che si tengono al ministero dell’ambiente. La stessa Regione nel 2012 ha fatto lo studio epidemiologico che poi noi abbiamo rivelato”.

Anche il consigliere regionale del Pdci Antonio Saia ha sostenuto che Chiodi sapeva della situazione, stante, tra l’altro, una sua interpellanza presentata sull’argomento nel 2013. 

PARLAMENTARI PD CHIEDONO COMMISSIONE INCHIESTA
“Indagare i livelli d’inquinamento del sito Montedison di Bussi sul Tirino, accertare responsabilita’ e predisporre gli interventi di bonifica e messa in sicurezza delle aree interessate”. Sono questi, in sintesi, i punti di cui dovrebbe occuparsi la commissione parlamentare di inchiesta che Amato, Castricone, D’Incecco e Ginoble, parlamentari abruzzesi del Pd, hanno proposto che venga istituita. “Stiamo parlando – affermano i deputati – di un danno ambientale di oltre 8 miliardi di euro e una spesa per la bonifica stimata in circa 600 milioni. Per non parlare dell’elevato rischio di incidenza di neoplasie e patologie per la popolazione del comprensorio. Una vicenda, peraltro, sulla quale e’ in corso un processo che vede imputati i vertici Montedison per reati come l’avvelenamento delle acque, disastro colposo e delitti colposi contro la salute pubblica”. 
   “Per queste ragioni – aggiungono – riteniamo che debba essere anche il Parlamento ad occuparsi della vicenda per accertare e indagare sulle responsabilita’ di tale disastro ambientale e predisporre i necessari interventi di bonifica. Fermo restando che c’e’ un processo che sta facendo il suo corso. L’intera area – concludono – dopo aver subito un danno ambientale senza precedenti oggi ha diritto ad un futuro dove sia l’ambiente che la situazione occupazionale, con la conseguente reindustrializzazione del sito, siano centrali nell’agenda politica del governo nazionale. Perche’ deve essere compito anche della politica difendere il comune di Bussi e la sua popolazione da inutili e dannose strumentalizzazioni politiche”. 

PRC ACCUSA PD:”OGGI L’ISS CI DA’ RAGIONE
“Se fossimo in un paese a nord delle Alpi tutti i responsabili politici di questa vicenda dovrebbero ritirarsi a vita privata, purtroppo devo invece constatare che ce li ritroveremo candidati alle prossime elezioni con la faccia tosta di chiedere di poter governare l’Abruzzo”. Cosi’ il consigliere regionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, a proposito del disastro ambientale che ha coinvolto Bussi e la Valpescara. “Nel 2007 – ha proseguito – i pezzi grossi del Partito democratico, meglio chiamarlo partito dell’acqua, che controllavano Aca e Ato, ci accusarono di ingiustificato allarme sociale. Ci furono mesi di polemiche in cui si disse che i nostri dati erano inventati. Oggi accade che a distanza di anni l’Istituto superiore di sanita’ conferma totalmente cio’ che noi sostenevamo e la validita’ della nostra battaglia”.

“Tacere e vergognarsi”, aggiungono   i segretari regionale e provinciale del Prc, Marco Fars e Corrado Di Sante– sarebbe quantomeno doveroso, mentre invece il Pd pescarese non pago ha recentemente deliberato di candidare alle elezioni regionali Donato Di Matteo e Giorgio D’Ambrosio entrambi ai vertici degli enti acquedottistici negli anni in cui ci facevano bere acqua contaminata. Incredibile poi – aggiungono – che Chiodi caschi dal pero. Il presidente della Regione evidentemente e’ molto distratto, visto che praticamente non ha mai partecipato alle conferenze di servizi presso il ministero dell’Ambiente convocate appositamente sulle bonifiche dei Siti di Interesse Nazionale, limitandosi ad inviare funzionari di secondo livello come Gerardini. La distrazione di Chiodi prosegue a tutt’oggi visto che non si accorge che l’ente che lui amministra ha contestato nel merito tecnico l’operato del commissario Goio. Tra distrazioni e minimizzazioni, per Chiodi e il Pd la piu’ grande discarica di rifiuti tossici d’Europa e’ solo una pozzangherina con un po’ di terriccio sporco in barba alle 700.000 persone che ne pagano le conseguenze a cominciare dagli abitanti di Bussi. Occorre invece la massima informazione e consapevolezza della gravita’ del problema – concludono i segretari del Prc – per concentrare tutti gli sforzi sull’immediata bonifica dell’intero SIN”.