La Corte di Cassazione ha giudicato inammissibili i ricorsi presentati dagli imputati, presentati a sopresa sul finale dell’udienza preliminare e a ottenere il riconoscimento del rito abbreviato, stabilendo che il processo sulla megadiscarica tossica di Bussi rimarrà in Corte d’Assise a Chieti.
Il procedimento, che riprenderà il 13 gennaio dopo 4 anni e mezzo dal suo avvio, vede 19 imputati, Edison e Montedison tra i principali, accusati principalmente di avvelenamento doloso di acque di falda e disastro doloso. Parti offese rimangono 6 Comuni, ma i legali difensori non escludono che prima del riavvio del processo possano costituirsi parte lese molti altri Comuni siti lungo le sponde del Pescara, più volte invitati a partecipare alle conferenze di servizio per la bonifica. Parte civile si è già costituito il Wwf , ed è il presidente regionale dell’associazione ambientalista, Luciano Di Tizio, a sottolineare che “è importante che il processo resti in Assise per la gravità dei reati in esame e perché sarebbe stata una vera beffa fare un passo indietro dopo una fase preliminare che si è protratta per oltre 30 udienze, conclusa con il rinvio a giudizio di tutti gli imputati”.