La vicenda risale a tre anni fa. Secondo il pm Varone il funzionario della Asl di Pescara individuava i casi in cui era possibile fare ricorso su invalidità non concesse e indirizzava le persone allo studio dell’avvocato. In caso poi di vittoria, ai ricorrenti veniva consegnata solo la parte della sentenza in cui si riconosceva l’invalidità, mentre veniva omessa quella contenente la quantificazione delle spese legali che sono a carico dell’Inps. Il pagamento delle spese legali veniva poi richiesto ai ricorrenti. Per ogni pratica, questa l’accusa oggi caduta, chiedevano una somma compresa tra i 1.000 e i 1.500 euro. Per questa vicenda, che si è chiusa davanti al Tribunale collegiale con l’assoluzione, i due erano anche stati colpiti dalla misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficiale e della professione forense per due mesi.