E’ scaduto tre giorni fa, il 15 ottobre, ai sensi dell’attuale piano demaniale comunale (altrimenti conosciuto come piano spiaggia), il termine ultimo per eliminare dalle spiagge in concessione le cosiddette strutture mobili: oggetti che, finita l’estate, vengono tolti dalla battigia, come gli ombrelloni e i pali che li sostengono nella sabbia.
Alcuni balneatori, però, hanno disatteso, portando gli esponenti cittadini alla denuncia esternata questa mattina in conferenza stampa: “Le spiagge della nostra città”, affermano il coordinatore cittadino Ettorre e il consigliere comunale Di Iacovo, “sono disseminate di pali di ogni misura e dimensione, di scheletri di strutture ombreggianti e di steccati divisori fra le concessioni”. Se il Piano spiaggia comunale fissa dal 15 aprile e il 15 ottobre il periodo per poter “piantare” le strutture mobili, una circolare del ministero dei Trasporti specifica che queste comprendono anche “pali di sostegno per cavi o fasci di cavi aerei di qualunque sezione”. Ovvero quelli che d’estate si trovano attorno al perimetro dei campi da beach volley o calcio-tennis, che persistono ancora su numerose spiagge.
Ma a chi tocca controllare? Se lo domandano anche Di Iacovo ed Ettorre: ”A chi tocchi vigilare sul rispetto del piano spiaggia e perché non vengano messe in atto le relative procedure volte a sanzionare chi non rispetta le predette prescrizioni?”. Per i rappresentanti di Sel:” la nostra spiaggia è il più grande “parco” della città, è necessario salvaguardare questa importante risorsa ambientale e cercare”, concludono, “il più possibile di preservarne le caratteristiche naturali”.
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Daniele Galli