Cefali di diverse specie, Mugil Cephalus e Mugil Auratus, pescati direttamente nel canale del porto di Pescara, dove l’acqua non è esattamente limpida e pulita. Anzi, qui le analisi recenti propedeutiche al dragaggio ancora in atto hanno evidenziato varie criticità ambientali. Eppure l’imbarcazione sorpresa nel cuore della notte dalla Capitaneria di porto ne aveva a bordo oltre 500 chili.
Il movimento sospetto tra i moli non è sfuggito al controllo degli uomini agli ordini del comandante Luciano Pozzolano che monitorano le banchine anche con le telecamere. L’intervento di una pattuglia da terra ha accertato l’attività illecita e rinvenuto sull’imbarcazione l’ingente quantitativo di pesce, poi sottoposto al controllo da parte degli Ispettori della vigilanza igienico sanitaria della Asl. Riscontrata la “non idoneità del pesce al consumo umano”, proprio perché pescato nel bel mezzo delle acque del porto canale, e non potendo accertare quale parte del contenuto della stiva fosse stato
“E’ certamente di particolare rilievo”, sottolinea una nota della Capitaneria di Porto, “come l’operazione condotta ha evitato che l’ingente quantità di pesce fosse immessa illegalmente sul mercato per poi finire sulle tavole dei consumatori”.