Un incontro già tenuto venerdì scorso in prefettura, un altro stamattina negli uffici della Provincia in via Passolanciano, un altro in programma tra 10 giorni, ma un mezzo verdetto è già stato pronunciato: nessuna negoziazione avviabile. Sulla chiusura dello stabilimento Real Aromi di Città Sant’Angelo, è chiusura netta tra la Illva, la multinazionale proprietaria, e la Flai-Cgil, sindacato che cerca di salvare il posto di lavoro dei 25 dipendenti, messo a rischio dalla “ristrutturazione aziendale”.
E’ la Illva, con una nota, a confermare il trasferimento degli impianti angolani in Lombardia: “Il piano industriale”, si legge, “prevede la cessazione delle attività dello stabilimento di Città Sant’Angelo a partire dal 31 luglio 2013, con conseguente trasferimento degli impianti a Saronno, dove si producono tutti i liquori che il Gruppo distribuisce nel mondo”. L’unica chance che la società lascia a chimici, operai e amministrativi è seguire la produzione dell’Aurum a Saronno: “Stante l’attenzione dell’azienda”, scrive ancora L’Illva, nel cercare di salvaguardare i lavoratori coinvolti nel trasferimento e ridurre l’impatto sociale, la società sarebbe stata disponibile a valutare l’interesse dei lavoratori a essere ricollocati in Saronno, prospettando al sindacato l’avvio di un negoziato che prevedesse, fra l’altro, l’utilizzo di ammortizzatori sociali”.
Lavorare a Saronno, quindi, o sperare nella cassa integrazione, ormai agli sgoccioli in tutto il territorio nazionale. Ma la Cgil ha respinto ogni opzione: “Il percorso proposto dall’azienda non ha potuto trovare attuazione”, dice sempre l’Illva, “causa la rigida e intransigente posizione del sindacato Cgil, che ha dato come unica opzione il mantenimento in loco dello stabilimento, rifiutando di discutere di soluzioni alternative in un’ottica di contrapposizione anziché di collaborazione alla ricerca di soluzioni che salvaguardassero, sia l’interesse dei lavoratori, sia quello dell’azienda, impedendo di fatto l’avvio di qualsiasi negoziazione”.
Muro contro muro, e contro entrambi rischiano di sbatterci la testa i 25 dipendenti. Saronno offre, senza alcuna chiarezza né certezza, il trasferimento; Pescara rilancia con l’acquisizione del marchio Aurum da parte di una non meglio definitiva cordata abruzzo-marchigiana. Se n’è discusso questa mattina, con la partecipazione in massa dei lavoratori della Real Aromi, tra il presidente della Provincia Guerino Testa, l’assessore provinciale al Lavoro Martorella, il vice presidente della Regione Abruzzo Alfredo Castiglione, la direttrice del personale di Illva Alide Travaglini, accompagnata dall’avvocato Emanuele Agosti, Pasquale Pignetti e Luigi Di Giosafatte di Confindustria, il segretario provinciale Cgil Paolo Castellucci e Patrick Guobadia della Flai. “Provincia e Regione intendono fare di tutto per evitare che i 25 dipendenti restino senza lavoro”, hanno detto gli amministratori pubblici, incassando la secca risposta dell’azienda: nessuna intenzione a vendere il marchio ad imprenditori locali.
Ma perché Illva, che con la Real Aromi ha aumentato il fatturato del 20% nel primo 2013, vuole sbaraccare da Città Sant’Angelo? Oltre ai 25 impieghi, a rischio c’è la perdita di un marchio storico per il territorio: su questo, però, nessuna risposta. Nemmeno davanti alla formale richiesta di chiarimenti di due amministrazioni come una Provincia e una Regione: forse, la verità si conoscerà nel prossimo incontro fissato alla mattina del 24 maggio prossimo, a soli due mesi dall’avvio dello smantellamento. I lavoratori, però, non calano la guardia: oggi il terzo giorno di sciopero, domani un’altra assemblea sindacale e ciò che si prospetta è l’agitazione ad oltranza. “Vogliamo capire a fondo la questione”, concludono Testa e Martorella, “e attivare tutti gli strumenti possibili per salvare l’unita’ produttiva e gli addetti, considerato che si tratta di un nome di assoluto rilievo nel panorama locale e nazionale fortunatamente non interessato alla crisi. Il nostro territorio va rispettato e con esso i lavoratori che hanno consentito al marchio di diventare quello che è'”.
A difesa dei lavoratori e del marchio legato a doppio filo con la terra che lo ha creato, il consigliere comunale e regionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo risveglia il combattivo spirito tipico di d’Annunzio per smuovere gli animi dei discendenti del Vate. Fu proprio il poeta a forgiare il nome Aurum, e rifacendosi ad alcune storiche gesta Acerbo irrompe sul caso con un insolito invito al sindaco Mascia e agli amministratori di Regione e Provincia: “Nel 150° della nascita di d’Annunzio, Pescara e l’Abruzzo si mobilitino per non farsi scippare questo simbolo della storia e identità del nostro territorio. La chiusura dello stabilimento di Città Sant’ Angelo non può essere accettata supinamente: questa battaglia si può vincere. A costo di organizzare un volo su Saronno con lancio di volantini”.
E sempre sull’insolita vena dannunziana che anima l’esponente di Sinistra Acerbo ha raccolto le firme di una quindicina di consiglieri comunali per indire un Consiglio straordinario dentro l’ex stabilimento Aurum, oggi luogo di cultura e simbolo storico, che sorge nella pineta dannunziana, per la maxi sensibilizzazione alla vertenza: invitati lavoratori e sindacato, i consiglieri provinciali, regionali e i parlamentari abruzzesi, i sindaci del comprensorio, tutte le autorità civili e religiose, le forze sociali ed economiche, le organizzazioni di categoria e le associazioni, la cittadinanza tutta.
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