Montesilvano: “Nulli i risultati delle azioni contro i bivacchi”

Un territorio che, nonostante  l’approvazione del Daspo Urbano, il cambio di Prefetto e le costanti espulsioni nei confronti di stranieri irregolari; continua ad essere martoriato da bivacchi, abusivismo commerciale e accattonaggio molesto.

Il territorio di cui si parla è Montesilvano e la descrizione è di Marco Forconi, il portavoce del comitato #riprendiamociMontesilvano.

“Una situazione di per sé già grave che potrebbe amplificarsi con il ritorno della bella stagione in maniera più devastante rispetto all’ultima estate che ci siamo lasciati alle spalle. Se l’ex ghetto di via Ariosto aveva contribuito alla formazione di una zona franca nel raggio di alcune centinaia di metri, adesso è tutto il litorale cittadino ad essere colpito dal degrado. Una multiforme presenza di gentaglia senza scrupoli, per lo più spacciatori e senzatetto stranieri, che, totalmente restii ad abbandonare la nostra città, si lasciano andare alle più bieche ed ostili nefandezze a cielo aperto”, continua il comitato.

“Se a tutto ciò si aggiunge anche il rischio di trovarsi nei luoghi pubblici altre decine di ex profughi i quali, dopo le chiusure dei due CAS, potrebbero decidere di lasciare anticipatamente le strutture per incrementare il fenomeno degli accampamenti abusivi (come già accaduto in passato), si capisce benissimo che il 2018 potrebbe diventare l’annus horribilis di Montesilvano dal punto di vista dell’ordine pubblico”.

Il comitato #RiprendiamociMontesilvano, tutt’altro che tranquillizzato dagli ultimi comunicati della Prefettura e del Comune, annuncia pertanto una manifestazione popolare che si terrà domenica 14 gennaio 2018, altezza di viale Europa, a cui sono invitati tutti i residenti e gli operatori del turismo che si sentono coinvolti da questa situazione.

Il Comitato, apolitico e apartitico, respinge anche le accuse di razzismo che sono giunte da qualche organo di stampa locale ed estende la partecipazione all’evento prossimo anche a tutti gli stranieri residenti da tempo in Italia, “ben integrati dal punto di vista sociale e professionale, senza distinzione di colore della pelle o religione”.

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