La mano sarà pure “vigliacca”, come l’ha più volte definita Domenico Pettinari, ma non ha paura a colpire chi si batte per la legalità, ma ancor prima per il proprio diritto a vivere tranquillamente anche in un rione difficile come quello di via Caduti per Servizio. Sono sempre loro, gli attivisti dell’associazione Insieme per Fontanelle, il bersaglio degli atti intimidatori da parte di chi, arrogandosi la “reggenza” del quartiere, infastidito da chi segnala e denuncia gli episodi di spaccio e criminalità, usa violenza e terrore per chiudere la bocca alla “gente per bene”. Solo giovedì scorso una donna 57enne era stata malmenata dal 28enne Moreno Sagazio, incolpata di raccontare su Facebook le malefatte dei suoi vicini di casa. Stanotte è toccato a Dario D’Ambrosio, uno dei più impegnati nelle attività dell’associazione, già vittima negli ultimi mesi di gesti vandalici commessi dalla “mano vigliacca”. D’Ambrosio abita nello stesso palazzo di Nello Raspa, dimessosi dalla presidenza del gruppo civico dopo che gli sono stati bruciati l’automobile e sfondato il portone a martellate. Da quel settembre 2011 D’Ambrosio, di riflesso, ha vissuto lo stesso incubo di Raspa: gli è stato bruciato più volte lo stesso citofono di casa, hanno condiviso le stesse minacce, fino all’attacco personale ricevuto questa notte. Raspa l’automobile, ricomprata con fatica e sacrificio dopo il rogo, la va a nascondere ogni notte in altro luogo per evitare che possa ripetersi quanto già accaduto. D’Ambrosio, invece, la lascia sotto casa, e questa notte gli è stata distrutta completamente: tutti e quattro i pneumatici squarciati, infranti i vetri posteriori e laterali. Il parabrezza gli era stato spaccato qualche settimana fa da un giovane del posto, atto vandalico e vendicativo ma legato ad altri dissidi, stavolta invece è stata proprio un’intimidazione.
Contandoli nei mesi, questo è il ventesimo episodio mirato a far desistere l’associazione dai propri intenti pro-legalità. E invece il segretario di Codici, Pettinari, che ha preso in mano la guida di Insieme per Fontanelle, proprio per questo lungo e triste conteggio persiste a chiedere a Prefetto e Questore che venga istituito un pattugliamento fisso di forze di polizia nel rione, “l’unico sistema che possa tenere a freno questi criminali”, afferma ancora una volta.
Una decisione da prendere prima che sia troppo tardi, in ogni senso. Se Pettinari già giovedì scorso, quando con una delegazione di residenti si è recato in prefettura, aveva spiegato che “è meglio intervenire e prevenire, prima di dover rimediare ad un episodio grave”, lasciando intendere che c’è timore di arrivare ad uno stupro o un omicidio, i cittadini dinanzi al vice prefetto Ida De Cesaris hanno esplicitamente detto di essere pronti a reagire alla violenza con la violenza. Il desiderio di giustizia sommaria e privata è stato ribadito anche stamattina: c’è chi si appresta a procurarsi il porto d’armi, chi si è fatto prestare il fucile dai parenti, chi va in giro con la roncola. “Non vogliono più essere carne da macello e versare sangue perché manca un pezzo di Stato”, ha commentato Pettinari, che se finora ha sempre cercato di mantenere la calma e tenere nel giusto chi combatte la criminalità, ora è costretto ad arrendersi: “Ormai è il caos”.
APPROFONDIMENTI: FONTANELLE
Daniele Galli