Un contributo istituzionale di 200mila euro ha fatto sì che la compagnia navale mantenesse, negli ultimi 3 anni, le rotte turistiche tra la Croazia e Pescara. Quel contratto, però, ora è scaduto e la Snav dice addio al capoluogo adriatico e ai suoi fondali perennemente insabbiati. Troppo difficile far entrare traghetti e aliscafi, soprattutto quelli più grandi, capaci di trasportare passeggeri e automobili: questo il vero business per le rotte transadriatiche.
Il calo del traffico della scorsa stagione, quando la rotta era effettuata con un piccolo vettore, non lasciava ben sperare: ora le conferme da parte del presidente della Camera di Commercio di Pescara, Daniele Becci, e dall’assessore comunale al Demanio, Enzo Del Vecchio. La colpa, ormai nota, è dei limiti strutturali legati al porto e alla diga foranea, ma sopratutto di quelli burocratici e amministrativi dei mancati dragaggi e delle inerzie istituzionali per l’evoluzione del nuovo porto.
Intanto rimangono fuori dallo scalo pescarese anche le petroliere e le navi da crociera, che preferiscono deviare verso Ortona o porti di altre regioni.