Pescara. Un aumento della consapevolezza emotiva riduce l’ansia e i tempi di recupero dallo stress, con conseguenti benefici dal punto di vista cardiaco e clinico. Questo quanto emerso dai primi risultati del progetto pilota di ricerca ‘Malattie da stress e cardiopatie’, una iniziativa tutta abruzzese che ‘ridisegna’ la mappa dell’organismo.
Il progetto, approvato dal comitato etico della provincia di Chieti e Pescara, è stato condotto dallo staff coordinato dal direttore del Scuola di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale Cpc di Pescara, Carlo Di Berardino, in collaborazione con il dirigente medico del Dipartimento di prevenzione della Asl di Pescara, Annarita Iannetti. Oggi, la presentazione dei primi risultati, nella sede dell’azienda sanitaria. Oltre a Di Berardino e Iannetti, c’erano il direttore generale, Armando Mancini, e il direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiologia dell’ospedale di Pescara, Gerardo Rasetti.
L’iniziativa è stata portata avanti grazie alla collaborazione tra l’Associazione Italiana Mindfulness Yoga (Aimy), il Dipartimento di prevenzione della Asl e la Uoc di Cardiologia. La fase pilota del progetto è stata condotta su un campione di 12 pazienti, età media 45 anni, tutti affetti da ipertensione essenziale, attraverso il programma Mindfulness Based Cardiopaty Management (Mbcm). Nel giro di due mesi, dopo otto incontri basati su esercizi di consapevolezza, si è registrato un miglioramento del quadro clinico generale.
I risultati oggettivi, registrati attraverso test e biofeedback, riguardano la riduzione dei tempi di capacità di recupero da un fattore di stress, una migliore capacità di controllo dell’ansia, una riduzione della depressione e un miglioramento dello stato di benessere soggettivo.
“Abbiamo sempre immaginato che il corpo fosse scisso dalla mente – dice Iannetti – perché non avevamo gli strumenti per oggettivare le esperienze personali. Grazie alla scienza e alla tecnologia, quello che prima non vedevamo ora lo possiamo vedere. Il corpo ha dei ‘cervelli periferici’, come il cuore e l’ intestino, fondamentali per il benessere della persona. Tutto l’organismo è manovrato da un sistema controllato totalmente dalle emozioni”.
“La sperimentazione – sottolinea Di Berardino – ha una valenza quasi politica perché vorremo incidere sulla politica sanitaria in termini preventivi. Concentrandoci sulla medicina comportamentale, continueremo a collaborare per dimostrare che la psicologia è in grado di contribuire alla risoluzione dei problemi. L’auspicio è che questo dia origine ad un lavoro utile per le persone”.
“Il trattamento – spiega Mancini – è stato eseguito con determinati strumenti i quali fanno interagire il cuore con la mente e con i cervelli periferici. Lo studio ha dimostrato un’influenza positiva sulle condizioni del paziente al termine dei trattamenti. E’ un progetto pilota, ma la procedura e la metodica applicata hanno dato risultati positivi e questo ci induce a pensare di estendere l’iniziativa nel futuro”.