L’ingente patrimonio, sottoposto a sequestro, apparteneva alle famiglie di etnia rom degli Spinelli e dei Bevilacqua, note in città per il trascorso criminale di alcuni dei loro componenti.
Si tratta, in particolare, di sei unità immobiliari, una autovettura e 36 tra conti correnti e libretti di deposito intestati, o comunque riconducibili, anche per interposizione fittizia, ai membri delle famiglie residenti in città.
L’indagine segue il filone della normativa relativa alle misure di prevenzione patrimoniali che consente il sequestro e la confisca dei patrimoni illecitamente accumulati da coloro che vivono dei proventi del reato e non possono giustificare la legittima provenienza dei beni in loro possesso.
Nessuno dei soggetti colpiti dai provvedimenti ablativi risulta, infatti, aver mai svolto alcuna attività lavorativa o prodotto dichiarazione dei redditi. Da qui è scattata la presunzione che l’ingente patrimonio in loro possesso non può che essere il frutto delle molteplici illecite attività compiute nel corso degli anni.
Il tribunale non si è fermato all’applicazione delle misure patrimoniali e ha disposto 11 misure di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di dimora nel comune di Pescara.
Tracciando il bialncio dell’operazione, Passamonti e Odorisio hanno annunciato che questo tipo di attività sarà portata avanti “in maniera incessante fino al completo smantellamento dei beni accumulati dai nomadi”, e anche se si tratta di un lavoro non semplice per Polizia e Guardia di Finanza “siamo decisi a stroncarli”.
“Riteniamo di essere sulla strada giusta”, ha commentato Passamonti ricordando che in alcuni casi, per altri sequestri preventivi di questo genere, si è arrivati alla confisca dei beni. “Toccare le tasche di queste persone è ciò che fa più male”, ha osservato Odorisio spiegando che l’attività del Nucleo di polizia tributaria “è stata difficile e paziente”, considerato che talvolta i beni non sono intestati personalmente ai nomadi ma ai figli minorenni attraverso interposizioni fittizie. Tra le case sequestrate c’e’ quella in via Fonte Romana, una palazzina di tre piani con terreno adiacente (dove vive tutto il nucleo degli Spinelli), che comunque rimarrà per il momento nella disponibilità dei nomadi, fino alla confisca. L’auto è una Grande Punto. Il clan Bevilacqua è stato gia’ colpito da altri sequestri preventivi e si è arrivati alla confisca.