Pescara, Gtm: domani il secondo sciopero. I sindacati ribattono a Russo

gtmscioperoPescara. Senza tregua, continua la battaglia sindacale tra la Gestione trasporti metropolitani e gli autisti del servizio pubblico pescarese. Il batti e ribatti tra il presidente Russo e le sigle di Cgil e Uil si è impantanato sui temi del part-time e sulle spese giudicate eccessive dai sindacati, che alla vigilia del secondo sciopero hanno tenuto una conferenza stampa.

Era stato il presidente Michele Russo, martedì 4 ottobre, a prendere la parola dopo il primo sciopero degli autisti del 26 settembre scorso. Aveva detto che i tagli effettuati dalla Regione, sul 10% del chilometraggio totale, avevano minacciato licenziamenti ma il Cda era riuscito a scongiurarli. Aveva illustrato come, spalmandolo su più tempo, era riuscito a tenere in vita il piano di trasformazione di una quarantina di contratti part-time in full-time. Aveva detto che a lui non risultavano disservizi e che se fosse stato a sentire “quelli che scioperano” la Gtm sarebbe fallita. Oggi, invece, hanno parlato Franco Rolandi e Alberto Cilli, segretari provinciali di Filt-Cgil e Uiltrasporti, rispondendo punto per punto a Russo. Innanzitutto, il 10% che Russo dice aver subito come imposizione dalla Regione corrisponde, in pratica, solo al 4,7% dei chilometri ridotti dal 1°aprile 2011. Forniscono i dati ufficiali resi dalla Gtm stessa, replicando slide contro slide al presidente; e la domanda sorge spontanea: perché tagliare dipendenti per il 10% quando i chilometri percorsi in meno non arrivano al 5%?

Ma Russo non ha tagliato nemmeno un posto, nonostante la crisi attuale, dice. La trasformazione da part a full-time, però, è stata ugualmente negata, dicono i sindacalisti prossimi allo sciopero, da un atto dell’assessore regionale ai Trasporti, Giandonato Morra: dal 25 settembre è infatti in vigore, come da comunicazione epistolare di Russo, la rescissione degli accordi del ’91 e del 2004 che prevedevano la trasformazione dei rapporti contrattuali verso il tempo pieno. È un effetto della legge regionale 1/2011, che estende gli obblighi del Patto di stabilità a tutte le aziende regionali, Gtm compresa. Meno contribuzione da una Regione che, pretendendo il taglio degli esuberi, ritiene la trasformazione dei rapporti di lavoro da tempo parziale a tempo pieno “non coerente con le esigenze aziendali”. In sostanza, tanti saluti alle promesse fatte e concertate in tanti anni di lotta sindacale. Parte contro parte, versione contro versione; se gli scioperanti sostengono che gli straordinari continuano ad essere fatti nonostante questo predicato mancato bisogno di lavoratori al volante, Russo replicava pilatescamente parlando di straordinari fisiologici: “non possiamo lasciare la gente sull’autobus solo perché il turno è finito”. Ma le ore oltre l’ordinario, dai dati di Uil e Cgil, sfiorano il centinaio al giorno: 92 ore effettuate lo scorso 7 ottobre, 87 il giorno dopo, ben 95 martedì scorso e 76 solo ieri. Ci sono poi quei disservizi che a Russo “non risultano”, mentre Rolandi e Cilli sfoggiano chili di giornali riportanti articoli con pensiline rotte, orari sballati annunciati dai cartelli, corse affollate e scarse. Via via fino alle consulenze non consentite dalle leggi regionali, le spese “ballerine” per assumere dirigenti oltre misura e le accuse di mancata trasparenza.

In definitiva uno scontro padrone-operai che richiama alla memoria le lotte di classe dei decenni passati. Intanto, domani è previsto il secondo sciopero, questa volta di 8 ore. Anche qui, i sindacati parlavano di un’affluenza del 90% mentre il Cda mostrava un grafico per smentire “l’ultima bugia” e certificava un misero 44%. La verità, molto probabilmente, rimarrà a piedi.

 

Approfondimento: Gtm

Daniele Galli


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