Pescara, censimento Istat: uffici fantasma e indicazioni sballate

censimentolocali_via_alpi38Pescara. Caos per il censimento Istat: la sede indicata dal Comune di Pescara per la consegna dei moduli è, in realtà, un locale vuoto. Un “pasticcio” condito da orari e indicazioni mal fornite anche sui siti internet ufficiali.

Censimento Istat 2011: l’Istituto nazionale di statistica vuole sapere quanti, come e dove sono gli italiani. Per farlo è stato inviato un plico ad ogni famiglia, da riconsegnare in un ufficio postale o in uno degli appositi centri di raccolta istituiti dai Comuni. Un’operazione per la quale gli uffici Anagrafe hanno anche tenuto dei corsi di formazione per gli addetti alla rilevazione dei dati; insomma, una vera e propria macchina messa in moto su scala nazionale. Ma a Pescara qualcosa si è inceppato negli ingranaggi, lasciando ferma la macchina in via Ilaria Alpi. Al civico 38 del viale intitolato alla memoria della stoica giornalista c’è, per l’appunto, il centro di raccolta cittadino; o meglio, ci sono i locali: vuoti. Comincia il “pasticcio alla pescarese”. Un proverbiale Cetteo Rossi, dopo averlo compilato, prende il suo censimento e si reca in via Alpi, prova ad aprire una porta che rimane chiusa, guarda attraverso le ampie vetrine dell’ufficio e vede solo le mura. Fa, allora, un passo indietro, e vede un manifestino che spiega che i centri di raccolta comunali sono siti nella sede della circoscrizione Castellamare e nell’ex sede della circoscrizione Villa del Fuoco, in via Lago di Borgiano. Andato a vuoto il primo viaggio, il signor Rossi torna a casa e cerca sul sito internet dell’Istat dove si trovano i centri di raccolta predisposti e, oltre a non trovare riportato quello di Villa del Fuoco, clicca sul fatidico centro di via Ilaria Alpi e si vede davanti la mappa di censimento_foglio_informazioniPalazzo di Città in piazza Italia. Per giunta, correlata da una serie di orari totalmente sballate rispetto a quelli riportati sul manifestino precedentemente citato. Una serie di errori tecnici che il Comune ha cercato di risolvere con un avviso pubblicato sul proprio sito, ma chissà quanti Cetteo Rossi che non controllano quotidianamente il web si recheranno, a vuoto, all’indirizzo indicatogli per posta ordinaria? Tipica espressione della leggiadria della burocrazia all’italiana.

 

Daniele Galli


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