Lo ha denunciato il Presidente della Commissione consiliare Sanità Vincenzo Berghella nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare la proposta.
“La Commissione Sanità – ha detto Berghella – sta raccogliendo le istanze e le segnalazioni che giungono con frequenza quasi quotidiana dai cittadini per gli escrementi dei piccioni che appestano strade, auto in sosta, case e balconi. In alcuni edifici, anche pubblici, sono stati sistemati dei dissuasori, ossia i famosi spuntoni in ferro che impediscono ai volatili di avvicinarsi. In tale maniera, però, gli animali si sono concentrati su alcune zone della città dove l’emergenza è ormai evidente. Ma non parliamo solo di un problema estetico, bensì di una criticità sanitaria per le patologie che quelle deiezioni possono trasmettere e che spesso vedono vittime proprio i bambini, tra i quali stiamo riscontrando casi frequenti di psitaccosi e ornitosi contratte proprio dal contatto con le deiezioni dei piccioni o con i volatili stessi. La problematica tra l’altro è stata confermata anche dalla Attiva la quale spesso, prima di iniziare la pulizia delle strade, si trova a dover fare la bonifica del guano di piccione”.
La Commissione Sanità ha contattato alcune aziende che in altre città sono riuscite a risolvere in modo brillante il problema attraverso la sterilizzazione degli animali: in sostanza al piccione viene somministrato un mangime prodotto da una casa farmaceutica. Il mangime, una volta assunto, impedisce all’animale di fecondare l’uovo, in sostanza bloccando la riproduzione della specie, più o meno il sistema utilizzato 15 anni fa a Pescara per combattere il fenomeno del randagismo.
“Il mangime-farmaco – ha proseguito Berghella – si chiama ‘Ovostop’, è un prodotto testato e ad esempio utilizzato anche a Gubbio con risultati eccellenti, prodotto dall’Azienda farmaceutica Acme Srl di Reggio Emilia. Ovviamente i trattamenti vanno ripetuti in modo costante, per almeno tre anni e soprattutto nel periodo cicloriproduttivo dei piccioni, ossia da marzo a ottobre, somministrandolo per cinque giorni a settimana, con una dispersione a terra. A Pescara sono censiti circa 2.500 piccioni e, secondo le stime dell’azienda, nel primo anno di trattamento si potrebbe arrivare a una riduzione di almeno il 30 per cento di esemplari sul territorio. Il costo del farmaco è di 12mila euro l’anno, mentre l’azienda garantirebbe gratuitamente il corso di formazione ai dipendenti della Attiva che dovrebbero provvedere all’utilizzo del mangime a grani grossi che è selettivo, ossia viene mangiato solo dai piccioni tutelando le altre specie. Stamane abbiamo presentato ufficialmente la proposta sulla quale coinvolgeremo la giunta e il sindaco Albore Mascia per una soluzione della problematica”.