A dare l’annuncio è Riccardo Padonavo, consigliere comunale delegato alla Portualità: “Si tratta di un cantiere”, afferma, “che verrà aperto in presenza del presidente della Regione Luciano D’Alfonso, ad opera del Provveditorato delle Opere Pubbliche e sollecitato più volte dall’Amministrazione comunale. Sempre domani avremo a Pescara il presidente dell’Autorità Portuale del Mare Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri, con lui affronteremo anche la definizione dei parabordi delle banchine per la messa in sicurezza degli ormeggi“.
In merito al dragaggio, Padovano riconosce che “il quantitativo è utile, ma non ancora sufficiente a restituire al porto la navigabilità , necessaria come attesta la decisione del Comandante della Capitaneria di Porto di chiudere per questione di sicurezza. E’ dunque indispensabile sfruttare l’occasione dei lavori che inizieranno domani, per aumentare il quantitativo da prelevare e per utilizzare la sabbia dragata sui litorali che hanno bisogno di essere ricostituiti”.
“La proposta che infatti faremo alla Regione è quella di istituire un tavolo”, prosegue il membro della maggioranza Alessandrini, “per ottenere in primis la caratterizzazione del materiale prelevato in loco, senza deposito nella vasca di colmata, trattandosi di materiale in arrivo dal mare, che, quindi, potrebbe essere compatibile da subito con le operazioni di ripascimento morbido di cui hanno bisogno non solo Pescara, ma anche altri Comuni costieri, come Francavilla, Silvi, Montesilvano e Città Sant’Angelo, che hanno già chiesto alla Regione interventi in tal senso. Sono convinto che facendo le dovute analisi si troverà sabbia compatibile a tali operazioni, perché ciò che rende impraticabile il porto non è materiale fluviale, ma sabbia marina trasportata dalle correnti provenienti da nord est.
“Dobbiamo utilizzare dunque i tempi dei lavori per allargare il raggio di azione”, conclude, “: con la regia del Comune che già aveva fatto riunioni in tal senso con le altre amministrazioni interessate e con la Regione, al fine innanzitutto di utilizzare subito i materiali dragati per le operazioni di ripascimento (ipotesi a cui i Comuni indicati si sono detti favorevoli), ma anche per elevare il quantitativo da prelevare, quintuplicandolo almeno. Lo scopo è quello di evitare l’apertura di ulteriori procedure, che comportano un aggravio di costi e tempi che non possiamo più perdere, in attesa del taglio della diga foranea e degli altri lavori previsti dal Piano Regolatore Portuale per il nuovo scalo della città”.