Stando a quanto dichiarato dalle guardie giurate che hanno lavorato con la donna, una 45enne di Farindola, sembra infatti che la legale abbia costretto la vigilanza a lavorare in cambio di retribuzioni forfettarie inferiori alle condizioni contrattuali, usando qualche volta la propria autovettura e senza l’arma in dotazione, dietro esplicita minaccia di licenziamento.
Non solo. La donna avrebbe anche falsificato i turni di servizio relativi all’attività dei dipendenti per dimostrare lo svolgimento dei servizi di vigilanza e mantenere, quindi, i requisiti previsti per questo settore. In realtà si trattava di servizi mai eseguiti o svolti da altri collaboratori della donna privi di qualsiasi titolo abilitativo, qualche volta addirittura suoi parenti.