I tre, confinati agli arresti domiciliari, sono accusati di associazione a delinquere, corruzione, falso ideologico e abuso d’ufficio. Le misura cautelari sono state formate dal gip del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, su richiesta del pm Gennaro Varone. Nell’inchiesta ci sono anche altri indagati e tutto è partito più di un anno fa con il sequestro di una serie di atti in Comune, relativamente ad accordi di programma, attività in campo urbanistico e nei rifiuti.
Il commento del segretario regionale del Psi, Massimo Carugno. “La segreteria Regionale del Partito Socialista Abruzzo manifesta la più totale fiducia nel prosieguo delle indagini che sapranno giungere ad un reale accertamento dei fatti e delle responsabilità. Luciano Vernamonte sicuramente saprà dimostrare le sua reale posizione in ordine ai fatti contestati. E’ ragionevole ritenere che le sorti dell’indagine ne dimostreranno la estraneità. Proprio sulla base di tali convincimenti si ritiene decisamente spropositata l’applicazione degli arresti domiciliari sia per la natura squisitamente amministrativa dei reati contestati, sia perché tale provvedimento, arrivando dopo mesi, sarebbe inutile per il prosieguo delle indagini: restano di difficile comprensione quali esigenze di prevenzione si vorrebbero tutelare col provvedimento dell’arresto. Ancora una volta in Italia la applicazione della carcerazione preventiva desta dubbi e perplessità e si impone ormai una revisione legislativa, in senso garantista, di tale provvedimento limitandola a reati e ad imputati che siano effettivi e concreti portatori di pericolo ed allarme sociale. Si auspica che gli arresti domiciliari preventivi vengano rapidamente revocati per consentire a Luciano Vernamonte di difendersi con efficacia e libertà di azione e determinazione”.
Il commento di Silvio Paolucci, segretario regionale Pd Abruzzo, Antonio Castricone, segretario provinciale Pd Pescara, Giovanni Tremante, segretario cittadino Pd Spoltore. “La nostra è una storia di garantismo e difesa dei diritti ed anche in questo caso questo è il nostro atteggiamento, ma questa vicenda è tuttavia un ulteriore colpo alla fiducia degli abruzzesi verso le istituzioni. Da tempo denunciamo la grave anomalia di Spoltore, dove un radicato sistema di potere personale si è sostituito alla politica ed alla partecipazione. Noi abbiamo avuto il coraggio di assumere decisioni di radicale rottura con quel sistema, espellendo dal partito chi politicamente cercava l’appoggio del centrodestra e rifondando il Pd su basi nuove. Oggi il nostro partito a Spoltore, guidato da una nuova generazione di dirigenti, è la principale forza di opposizione. Altri partiti, anche del centrosinistra, avrebbero dovuto avere lo stesso coraggio. Ora, come chiediamo da ben prima degli arresti, si dia ai cittadini di Spoltore la possibilità di scegliere una nuova amministrazione, con un salutare ritorno alle urne”.
Il commento del Comitano No discarica a Spoltore. “Un vero e proprio terremoto giudiziario quello che ha coinvolto i vertici dell’amministrazione comunale di Spoltore con le misure restrittive notificate dalla magistratura”. Lo ha dichiarato Alessio Di Pasquale, portavoce del Comitato No Rifiuti a Fosso Grande che aggiunge: “I reati contestati al sindaco, all’ex presidente del consiglio regionale e ad altri politici e tecnici coinvolti nella vicenda sono numerosi e diversi: esprimiamo il nostro pieno sostegno all’attività dei giudici e vogliamo massima chiarezza su quanto accaduto”. Il territorio di Spoltore che il Comitato difende da politiche che hanno poco di sviluppo e molto di speculazione è conosciuto per le sue produzioni tipiche come grano, ortaggi ed olio che hanno ricevuto importanti riconoscimenti nelle manifestazioni di categoria, l’urbanizzazione forzata e la trasformazione di zone agricole in artigianali e industriali a scapito dell’agricoltura locale risponde a logiche che non sono quelle della tutela e di uno sviluppo sostenibile. “Crediamo che sia incredibile – aggiunge Di Pasquale – la creazione di una “cabina di regia” con “progettisti occulti” come sostiene la Procura di Pescara che gestisca il territorio in luogo del consiglio comunale che è l’organo sovrano e democratico in quanto espressione della cittadinanza. Evidentemente a Spoltore c’è un concetto di democrazia diverso da quello della Costituzione”. Per Spoltore e gli spoltoresi è un colpo durissimo all’immagine con danni che potranno essere valutati solo in futuro. “Da un anno facciamo informazione per quanto riguarda la difesa e tutela del territorio e nonostante gli attacchi di certa imprenditoria e di settori della politica trasversali alla destra e alla sinistra siamo andati avanti – conclude Di Pasquale – Non siamo né manettari né giustizialisti ma l’accaduto lascia l’amaro in bocca ai cittadini ed agli spoltoresi puliti che credono e si riconoscono nelle regole e nella democrazia: quando interviene la magistratura la politica ha fallito come successo a Spoltore”.
Il commento dell’Associazione Terra Nostra. “Ci aspettiamo piena luce sulle vicende che coinvolgono autorevoli esponenti politici del comune di Spoltore. I fatti contestati dalla magistratura sono gravissimi così come le ipotesi di reato. I cittadini di Spoltore sono vittime di interessi forti legati ai re del mattone e al mondo dei rifiuti con decisioni che esulano dal normale luogo istituzionale quale il consiglio comunale per essere prese nei bar. E’ una situazione che dura da almeno venti anni e gli spoltoresi sono stufi di cabine di regia e progettisti occulti: la politica torni ad essere cosa pubblica e non di pochi e alla luce del sole. Quello che è successo sul territorio è sotto gli occhi di tutti: palazzi lungo il fiume, operazioni immobiliari attenzionate dalla procura con politici che nonostante le indagini proseguivano nei loro progetti assieme agli imprenditori come a voler sfidare la magistratura in un senso di onnipotenza. Terra Nostra Spoltore esprime il proprio plauso e sostegno all’azione della giustizia e al lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell’ordine garanti di quell’equità e democrazia che la politica, schiava di interessi e poteri forti, non riesce più a rappresentare”.
Il commento di Corrado Di Sante, segretario Provinciale Prc Pescara, e di Pina Pagliuca, segretaria Prc Circolo Che Guevara di Spoltore. “Dopo aver fatto per quasi un decennio opposizione a Spoltore, nel 2007 sottoscrivemmo con il centro-sinistra un programma di coalizione per dare una svolta alla città. Lo slogan di allora era “evitiamo la montesilvanizzazione di Spoltore” . Dopo 2 anni di fortissimi scontri con l’amministrazione Ranghelli nel 2009 tornammo all’opposizione. Quando si parlava di urbanistica, di gestione dei rifiuti, delle Torri Gemelle, del City Moda e del nuovo impianto di trattamento rifiuti previsto in località Fosso Grande di cui da subito contestammo il cambiamento di destinazione d’uso dei terreni, il programma veniva completamente disatteso. Ci siamo battuti per anni contro l’idea di edificare torri in zona ad alto rischio di esondazione, abbiamo cercato di impedire lo scempio del nostro territorio a favore dei soliti noti, per questo ritenemmo a quel punto di essere incompatibili con la Giunta Ranghelli malgrado il consigliere da noi eletto scegliesse di cambiare partito pur di continuare a sostenere il sindaco. Quanto trapela in merito agli arresti oggi non ci stupisce. Potremmo citare almeno una dozzina di nostri interventi pubblici e sulla stampa di denuncia ed opposizione ai fatti che, a quanto si apprende, sono al centro dell’azione della magistratura. Evidentemente le cose dopo la nostra fuoriuscita dall’amministrazione sono andate oltre le nostre più pessimistiche previsioni. Scegliemmo di rompere con Ranghelli su temi specifici e di merito senza piegarci alla politica della rissa e del pettegolezzo. Successivamente fummo seguiti all’opposizione da altre forze del centro-sinistra. Ci auguriamo che Ranghelli non sia vittima di “patologie ingravescenti” come accadde al collega di Pescara. Il sindaco ed i consiglieri si dimettano lasciando l’amministrazione ad un commissario che porti il comune verso le elezioni”.
Il commento del senatore Alfonso Mascitelli, segretario regionale IdV. “Senza voler entrare nel merito della vicenda degli ultimi arresti, non possiamo fare a meno, una volta per tutte, di prendere coscienza che i cittadini abruzzesi, ora, hanno il sacrosanto diritto di dire basta. Da troppi anni, nella nostra regione, non passa mese che non vi siano avvisi di garanzia, imputazioni e arresti che coinvolgono politici di destra e di sinistra per reati contro la pubblica amministrazione e interessi personali in atti d’ufficio. L’Abruzzo ha ben ragione nell’essere indignato di avere a che fare con una classe politica arruffona e arraffona. Come cittadini, però, non possiamo far finta di credere che l’unica provincia marcia in Abruzzo sia quella di Pescara e quindi rivolgiamo un appello accorato alle magistrature inquirenti delle altre province a tenere molto alta l’attenzione sulle connivenze e collusioni tra politica e malaffare, che continuano a imperversare con le loro ramificazioni. Come rappresentanti delle istituzioni non è più rinviabile il momento in cui tutti i partiti si facciano carico di una forte azione preventiva, di una rigorosa selezione della classe dirigente e di azioni concrete che puntino all’isolamento politico di chi adotta la spregiudicatezza e l’arroganza dei comportamenti a sistema per alimentare una rete di interessi e di clientelismo elettorale”.
Il commento del segretario regionale Prc Abruzzo, Marco Fars. “Gli arresti di Spoltore si possono inserire nel già preoccupante quadro del nostro Abruzzo martoriato da troppi episodi di cattiva politica tanto nel centro-sinistra quanto nel centro-destra. Assistiamo alla liquefazione di un’intera classe politica nel perverso intreccio politica-affari. Ancora una volta Rifondazione comunista è fuori da questo scempio e ne aveva denunciato il pericolo. Ancora una volta troppi commentatori hanno voluto dipingerci come i soliti estremisti del partito del no. Ancora una volta possiamo affermare con Enrico Berlinguer che la questione morale è “questione politica prima ed essenziale”.