“Si tratta di un’esperienza empatica” si legge in una nota “di focalizzazione sul mondo interiore della persona con disabilità, per ridurne la distanza psicologica che nasce dal pregiudizio o dall’indifferenza, un primo passo verso la promozione di dinamiche di cambiamento delle condizioni di vita delle persone tenute in condizioni di marginalità. Agire sulla società e sul territorio, infatti, non può prescindere dall’attenzione alla dimensione umana, che considera la disabilità non come una limitazione ma come un rapporto sociale tra le caratteristiche della persona ed il suo ambiente; un modo di pensare sancito dall’OMS e dall’ONU e che la nostra Amministrazione, attraverso l’adesione alla Convenzione ONU, vuole porre alla base delle proprie scelte politiche future”.