Secondo gli ambientalisti, “arriva a Pescara una superstrada a 4 corsie sul lungofiume per migliaia di tir con quello che ne consegue in termini di scadimento della qualità della vita dei cittadini”. Dura la critica al progetto appena approvato in Consiglio Regionale, dopo un’attesa ultradecennale.
Oltre a risolvere il problema dell’insabbiamento dei fondali del porto, il Piano comprende anche nuove strutture viarie, sostanzialmente incentrate sul famigerato prolungamento dell’asse attrezzato fino praticamente a raggiungere la base del Ponte del mare.
“Le mappe contenute nel Piano regolatore Portuale parlano chiaro e non lasciano dubbi”, commenta il Forum, “: una superstrada a raso a 4 corsie dividerà per sempre come una barriera insormontabile la città dalla sponda sud del fiume che sarà trasformata in un nastro di asfalto percorso da auto e mezzi pesanti a migliaia, in considerazione dei dati contenuti nel Piano Portuale, che dovrebbero entrare ed uscire dalla città percorrendo il nuovo asse stradale la cui costruzione costerà alla collettività una decina di milioni di euro”.
A farne le spese sarebbe quella possibilità di sviluppo alternativo contenuta nella progettazione che lo stesso Comune di Pescara nel 2012 aveva previsto per il lungofiume nel Piano particolareggiato 2 (PP2) che in parte si sovrappone alle aree oggi normate dal nuovo Piano regolatore Portuale. “Nel PP2, mai approvato”, sottolinea il Forum, “si può vedere una pista ciclabile che collega il mare fino al Bagno Borbonico, al suo museo, al suo auditorium, tanto verde, riqualificazione degli spazi anche ad uso turistico. Il confronto lascia senza parole ed è a nostro avviso impietoso: da un lato cemento, smog, traffico a fare da barriera insormontabile tra la città e il fiume; dall’altro un progetto di riconnessione tra tessuto urbano e sponda fluviale con tanto verde e mobilità a misura di cittadino”.