“Non crediamo, al contrario del privato che vuole realizzarlo, che questa attività sia del tutto compatibile con il contesto territoriale circostante e che non interferisce minimamente con la diversa destinazione delle aree limitrofe” scrivono in una nota. “Non siamo d’accordo con il privato quando sostiene che la destinazione agricola è residuale. E’ inevitabile che un insediamento quale quello in esame vada realizzato, previo adeguamento formale dello strumento urbanistico e previa riqualificazione dell’area interessata, in zona agricola. L’insediamento produttivo, per sua natura, deve essere ubicato in zona artigianale o industriale”.
E’ evidente, dunque, la forte divergenza tra le due opinione. E questa si chiama “democrazia, mentre per qualcun altro è un pericolo e ci risponde con azioni civili e penali. Crediamo che la viabilità della zona subirà un pesante incremento di traffico con il via vai dei camion e non si tratterà solo di un ipoetico impatto negativo. Da mesi abbiamo chiesto gli atti amministrativi previsti dal codice ambientale e non ci sono stati forniti. Il privato investe nove milioni di euro? L’iniziativa economica è garantita dalla Costituzione, non siamo certamente noi né a volerla ledere né limitare. Noi stiamo chiedendo solo trasparenza rispetto agli impatti ambientali collegati alla localizzazione di un impianto che il comitato ha sempre dichiarato essere tale ovvero quello della proposta al comune”.
Il Comitato rinnova, dunque, l’invito al privato ad essere presente alla riunione pubblica che si svolgerà venerdì 17 settembre alle 19,30 nella sala del Consiglio della circoscrizione Colli in Via di Sotto, in modo da chiarire, una volta per tutte, la regolarità e la correttezza delle procedure rispetto alla materia della normativa ambientale.