Quando è stato scaricato a Spoltore, non sapeva neppure dove si trovava, non parlava minimamente né italiano, né inglese e l’Italia per lui era solo il Paese della pastasciutta. Un sostegno importante gli è stato fornito da Tulio De Iuliis, presidente dell’Associazione che lo ha ospitato. De Iuliis si è preoccupato di trovargli una sistemazione, ha fatto sì che venisse ospitato in una comunità di Penne, gli ha garantito un interprete e ha permesso che il ragazzo tornasse in contatto con la madre, con cui tutti i giorni a venire ci sono stati rapporti. Inoltre De Iuliis, nel concludere l’esperienza ci ha tenuto a ringraziare tutti coloro che hanno collaborato ad ospitare il ragazzo e a farlo sentire a suo agio, a partire dal sindaco di Spoltore, Ranghelli, e dall’assessore comunale di Pescara, Panzino.
Il giovane, invece, non è sembrato molto entusiasta di lasciare il paese della pasta e della pizza, infatti parlando della sua esperienza in Italia ha affermato di voler presto tornare per essere riconosciuto come rifugiato, di voler lavorare e costruirsi una vita serena nel nostro paese.
Monica Coletti