“L’obiettivo” ha spiegato Lerri “è quello di individuare con la massima celerità possibile eventuali situazioni di rischio, come ad esempio l’ex Cofa, sul lungomare sud, ma anche altri edifici, scuole, strutture mercatali o palazzi in cui si trovano elementi di materiale pericoloso per la salute dell’uomo. Una volta eseguito il monitoraggio potremo redigere un programma di interventi per la rimozione dell’amianto o, almeno, per il suo incapsulamento, in modo da evitare la dispersione delle polveri”.
La questione era già stata affrontata nei mesi scorsi, quando si era parlato della presenza di amianto sul territorio cittadino, spesso utilizzato in passato per realizzare vecchie tettoie, garage, o anche all’interno di tetti.
“Ormai” ha detto Lerri “l’esperienza ci ha dato ampie dimostrazioni circa la pericolosità di tale materiale, potenzialmente cancerogeno se le lastre, sotto l’azione inesorabile del tempo, cominciano a sgretolarsi, lasciando disperdere nell’aria piccole particelle polverizzate. Sicuramente il caso più eclatante, e più volte segnalato, sul nostro territorio è la situazione dell’ex Cofa, i cui fabbricati presentano delle vecchie coperture in amianto potenzialmente a rischio, ma il complesso situato sulla riviera sud non è comunque isolato”.
Tante sono, infatti, le segnalazioni giunte direttamente dai cittadini, che hanno segnalato appunto la presenza di amianto anche in alcuni palazzi di edilizia residenziale popolare di proprietà dell’Ater.
“A questo punto abbiamo deciso di invitare per mercoledì prossimo i responsabili dell’Arta ai quali proporremo di avviare la redazione congiunta, Arta e Comune di Pescara, di una mappatura esatta delle zone a rischio, individuando con esattezza dove si trova effettivamente l’amianto. Cominceremo con le aree più centrali e più densamente abitate, quindi quelle in cui i cittadini risultano essere più esposti al pericolo amianto. Due saranno le soluzioni possibili: da un lato la rimozione immediata di tali elementi in amianto; dall’altro incapsulare quelle strutture che non possono essere rimosse”.