Pescara. La polizia marittima di Pescara, questa mattina, ha in Comune, su disposizione dell’autorità giudiziaria, tutta la documentazione riguardante la questione della balneabilita’ legata allo sversamento in mare di liquami in seguito alla rottura, il 28 luglio scorso, di una condotta fognaria in via Raiale. I documenti consegnati agli uomini della Capitaneria di Porto comprendono tutto il carteggio con l’Aca (Azienda Comprensoriale Acquedottistica), l’Arta (Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente) e la Regione, nonché la documentazione prodotta dal Comune, come ad esempio le ordinanze sindacali, tra cui l’ordinanza di divieto della balneazione all’altezza di via Balilla firmata il primo agosto dal sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, ma non resa nota alla popolazione. e mai divulgata e deseguita nonostante le analisi avessero rivelato valori fuori norma. Lo sversamento è del 28 luglio alle 22,00 di sera fino alle 17,00 del 29 luglio. Diciannove ore di sversamento nel fiume e quindi in mare. In quelle l’Aca ha versato 450 litri di un disinfettante chiamato Oxistrong direttamente nel fosso che va al fiume dove è avvenuta la rottura. Relativamente alla vicenda della balneabilità, sono stati acquisti documenti, da parte del Corpo Forestale dello Stato che ha agito d’iniziativa, anche negli uffici arta l’Arta e l’Aca. Sulla questione esistono due esposti in Procura, uno presentato dal portavoce provinciale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Armando Foschi, e uno del Movimento 5 Stelle.
In data odierna l’Amministrazione comunale ha consegnato al Nucleo di Polizia Marittima della Guardia Costiera su specifica delega dell’autorità giudiziaria tutta la documentazione in proprio possesso inerente la balneabilità delle acque dall’inizio della stagione 2015 ad oggi.
“Siamo lieti di questo passaggio – afferma il sindaco Marco Alessandrini – in quanto destinato a porre fine ad una serie di strumentali polemiche agostane sulla balneabilità del mare pescarese e sui presunti riflessi negativi sulla salute pubblica, visto che sarà un organo terzo ad acclarare la realtà dei fatti. In questo modo si porrà fine a fantomatici processi e al continuo travisamento dei fatti, capaci solo di arrecare danno all’immagine della città.
Per quanto ci riguarda, oltre a esprimere piena fiducia nell’attività di accertamento in corso, siamo certi di aver agito in perfetta buonafede, nel rispetto della normativa e della salute pubblica, nonché dell’esclusivo interesse della comunità pescarese”.
“Nella mattinata di oggi abbiamo ricevuto analisi Arta con valori fortemente al di sopra dei limiti di legge riscontrati nella zona di Fosso Pretaro, tali da far emettere con effetto immediato un’ordinanza di divieto di balneazione, così come concordato con il Comune di Francavilla.
Il divieto riguarda un tratto di 250 metri a nord dal Fosso Pretaro, dove uomini del Settore Manutenzione del Comune di Pescara stanno predisponendo i relativi cartelli e dove la Polizia Municipale sta provvedendo ad avvisare bagnanti e stabilimenti interessati”.
Saranno le responsabilità accertate a dissolvere la melmosa questione della balneabilità delle acque pescaresi. E’ arrivata, infatti, la Procura a sequestrare gli atti che hanno interessato il mare adriatico ed in particolare la costa di Pescara in questa torbida estate 2015. Il M5S ha presentato sulla questione un esposto all’organo di controllo, oltre ad aver portato il caso in ogni organo istituzionale attraverso interpellanze ed interrogazioni, non ultimo un atto importantissimo come la richiesta di sfiducia da parte del consiglio comunale al Sindaco Alessandrini, mandatario acclamato di questo terribile stato di cose.
“Il Sindaco Alessandrini non si dimetterà mai. E’ un dato di fatto. Per questo, oggi, è responsabilità ed obbligo di un altro organo di governo, il consiglio comunale, mandare via un primo cittadino che nasconde la verità mettendo a rischio la salute dei cittadini – afferma la capogruppo M5s Enrica Sabatini – Non è più una questione di colore politico, né di minoranza contro maggioranza, ma è un dovere di sicurezza e di coscienza, una responsabilità che i 32 consiglieri comunali devono prendersi, di fronte ai propri elettori e a tutti i cittadini di Pescara, votando la sfiducia ad un Sindaco che non ha neanche la dignità di dimettersi”.
Il movimento 5 Stelle ha preso una posizione forte elaborando, secondo quanto previsto dalla legge, un atto formale di sfiducia che, per essere presentato in consiglio, dovrà essere sottoscritto da almeno 13 consiglieri, mentre occorreranno almeno 17 voti tra maggioranza ed opposizione per sfiduciare, appunto, il Sindaco protagonista di un gravissimo atto di irresponsabilità che hanno pagato bambini ed anziani sulla loro pelle.
Per questo motivo il m5s invierà la mozione di sfiducia a tutti i consiglieri comunali di Pescara e li inviterà a firmare l’atto il 24 agosto, giorno in cui l’attività consiliare riprenderà dopo la pausa estiva e che i pentastellati hanno ribattezzato Sfiducia Day.
Pesantissimo sulla questione responsabilità anche Domenico Pettinari che richiama Il decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 116,che annovera tra le competenze della Regione quella di mettere in campo tutte le azioni volte alla rimozione delle cause di inquinamento ed al miglioramento delle acque di balneazione.
“Alla luce di tale previsione normativa – spiega Pettinari – mi chiedo cosa abbia fatto il governo regionale, appreso dell’accaduto, per rimuovere tempestivamente le cause di inquinamento. In campagna elettorale, il centrosinistra ha sbandierato slogan del tipo, ‘fiumi belli e puliti’. Pertanto, è giusto chiedersi – sottolinea ancora il consigliere – cosa abbia fatto finora questa maggioranza per riportare la qualità delle acque a valori sufficienti, visto che la maggior parte dei depuratori continuano a non funzionare come dovrebbero, sversando nel fiume e, quindi, nel mare acque non sane. A proposito dell’utilizzo dell’ oxystrong, immesso nel depuratore di Pescara, mi chiedo se gli uffici regionali dell’ARTA siano riusciti a misurare la quantità esatta e, quindi, l’incidenza e l’impatto di questa sostanza nelle acque. I vertici e la maggioranza di governo regionale non possono sottrarsi alle proprie responsabilità. La normativa nazionale è chiara: la Regione ha il dovere di rimuovere ogni causa di inquinamento. Quindi – conclude Pettinari – la competenza della Regione in questo ambito sta a monte, il che dimostra la carenza di un’azione preventiva di salvaguarda delle acque, anche in relazione alle problematiche legate al turismo e alla stagione estiva”.
“Entro il prossimo 2 settembre l’assessore regionale all’Ambiente Mario Mazzocca dovrà darci risposte precise ai quesiti inerenti l’emergenza balneazione di Pescara, quesiti che gli abbiamo sottoposto stamane nel corso della seduta della Commissione Vigilanza convocata dal presidente Mauro Febbo: la Regione è stata informata della rottura della condotta di via Raiale dello scorso 28 luglio e dello sversamento in mare di 30milioni di litri di liquami in sole 17 ore? Quando gli è stato notificato il problema con le relative ordinanze di divieto di balneazione? E soprattutto, quali misure sono concretamente state messe in atto da parte della Regione stessa per impedire che simili incidenti possano riaccadere, a partire dagli interventi lungo la rete fognaria che in via Raiale ha ceduto per 12 volte in tre mesi? Oggi l’assessore non aveva tali risposte, anche per l’assenza del Direttore dell’Arta Abruzzo, Giovanni Damiani, bloccato a Pescara dall’acquisizione degli atti inerenti la vicenda da parte dell’Autorità giudiziaria, come da mail inviata nelle prime ore del mattino. Nel frattempo abbiamo anche chiesto al Servizio di Epidemiologia della Asl di Pescara di avviare un’indagine per capire le possibili ripercussioni sulla salute umana causate dallo sversamento delle feci in acqua, non limitandosi solo agli eventuali ricoveri in ospedale, ma allargando il raggio d’inchiesta anche ai pediatri e medici di base e alle Guardie mediche”. A dirlo è il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri, riferendo dell’esito della seduta odierna della Commissione Vigilanza.
“Siamo partiti ricordando il primo incidente, ossia il cedimento, il 6 aprile scorso di un ampio tratto dell’asse attrezzato, a ridosso di via Raiale e quindi della condotta fognaria da 110 centimetri di diametro – ha riepilogato il Capogruppo Sospiri -. Dopo tre giorni di sversamento in mare, visto che per i lavori di ripristino Aca e Anas hanno profilato tempi lunghi, il Comune ha fatto riattivare la vecchia linea da 60 centimetri di diametro, che ovviamente è insufficiente a sopportare la portata di liquami fognari di una condotta di 110 centimetri, e peraltro la vecchia linea è piena di falle. Da allora sappiamo che ci sono state già 11 rotture della vecchia condotta, che ovviamente come arriva un troppo pieno cede. Le date dei cedimenti sono: 6 e 7 aprile, 10 aprile, due falle successive il 13 aprile, 23 e 29 aprile; poi 7, 12, 14 e 28 maggio. Ogni volta la rottura ha determinato il blocco della pompa di sollevamento verso il depuratore, quindi lo sfioro diretto dei liquami su Fosso Cavone, ossia nel fiume e, quindi nel mare, per una media di 6-12 ore, a seconda della gravità del cedimento, con una fuoriuscita di liquami tra i 1.800 e i 2.200 metri cubi ogni ora. Ora, all’assessore Mazzocca abbiamo chiesto, essendo evidente che la vecchia condotta non riuscirà mai a garantire sicurezza ed efficienza, perché non è stata subito convocata, già ad aprile, una Conferenza dei Servizi Regione-Comune-Anas-Aca per accelerare il ripristino della condotta nuova? Ovvero, considerata l’emergenza, Comune e Regione avrebbero dovuto effettuare i lavori di ripristino, per poi recuperare le somme spese. A questo punto abbiamo chiesto di sapere cosa stanno facendo Comune e Regione per evitare che continuino gli sversamenti. Poi – ha proseguito il Capogruppo Sospiri -, la rottura del 28 luglio scorso che ha determinato lo sversamento in mare di 30milioni di litri di liquami e feci, per 17 ore, con l’utilizzo di 450 litri di Oxystrong per tentare di ripulire le acque. Ma soprattutto abbiamo posto l’accento su quell’ordinanza di balneazione che il sindaco Alessandrini sostiene di aver firmato il primo agosto, ma che in maniera autonoma ha scelto di non divulgare alla cittadinanza, di tenerla nascosta, senza pubblicarla sull’albo pretorio, dunque un’ordinanza nulla, per ‘non creare allarmismi nella popolazione, facendo una stima tra costi e benefici, e perché era convinto che le analisi successive sarebbero andate bene’. Sostanzialmente ha violato la legge, ossia la 116 del 2008, articolo 10, comma 1, che impone, in caso di superamento dei limiti di balneazione, l’informazione tempestiva e immediata alla popolazione, proprio perché in quei casi è importante tutelare la popolazione e impedire che si faccia il bagno. E invece a Pescara i cittadini hanno fatto il bagno tra i liquami per almeno cinque giorni. All’assessore Mazzocca abbiamo chiesto di verificare se e quando la Regione ha ricevuto la comunicazione del Comune circa lo sversamento e la non balneazione delle acque e soprattutto come ha intenzione di comportarsi la Regione nei confronti del Comune vista la plateale violazione della norma, attivando, nel caso, una sanzione o una censura, ricordando che attualmente è stato minato fortemente il rapporto di fiducia tra il sindaco, ossia le Istituzioni, e la popolazione. L’assessore Mazzocca ha detto che oggi non era in grado di dare queste risposte e si è riservato di fornirle entro il 2 settembre, ossia al rientro dalla pausa estiva, quando potrà acquisire la documentazione inerente il ‘caso’. Alla dottoressa Carla Granchelli, Direttore dell’Ufficio Igiene, Epidemiologia e sanità pubblica della Asl di Pescara – ha ancora detto Sospiri – abbiamo invece chiesto di accertare la regolarità delle procedure seguite da Arta e Aca nell’utilizzo dell’Oxystrong sversato direttamente nella rete fognaria, anziché usarlo solo la disinfezione delle vasche di depurazione, come indicherebbe la norma, e anche di accertare, con la Direzione generale della Asl, gli effetti sulla popolazione causati dallo sversamento dei liquami, sotto il profilo sanitario, allargando l’indagine non solo ai reparti dell’ospedale civile di Pescara, ma anche a Guardie mediche e medici di base. Assente dalla seduta il Direttore dell’Arta Damiani che stamane, prima con un telegramma, poi con una mail, ha comunicato di essere ‘impegnato a Pescara per fornire all’Autorità Giudiziaria copia della documentazione relativa al caso balneazione’. Ovviamente restano oggi le preoccupazioni per il comportamento del sindaco Alessandrini che ha volutamente nascosto alla città un divieto di balneazione grave, danneggiando comunque l’immagine turistica di Pescara. E soprattutto siamo preoccupati perché il problema è tutt’altro che risolto: ancora oggi potrebbe verificarsi un cedimento della condotta di via Raiale, mentre il sindaco sta tranquillamente in vacanza, provocando un altro sversamento devastante di feci e liquami, e la città rischia di non saperne di nuovo nulla, e né il Comune né tantomeno la Regione hanno pronto un piano di interventi per scongiurare tale evenienza”.
“Riteniamo che l’apertura di un’indagine da parte dell’Autorità Giudiziaria sull’emergenza balneazione sia un atto opportuno, giusto e utile. Opportuno per far luce sullo sversamento di 30milioni di litri di liquami e di feci avvenuto in seguito al cedimento della condotta di via Raiale lo scorso 28 luglio e di cui la città è stata tenuta all’oscuro, continuando a fare tranquillamente il bagno al mare che, nel frattempo, non era più balneabile. Giusto per rendere conto del comportamento del sindaco Alessandrini che, pur essendo a conoscenza dei dati dell’Arta circa l’inquinamento batterico da colifecali in atto delle acque, ha ritenuto di fare l’ordinanza, cosa rivelata solo pochi giorni fa, ma di non divulgarla, di non diffonderla alla cittadinanza e di non pubblicarla all’albo pretorio del Comune, rendendola, così, carta inutile ed inefficace! Utile per ripristinare un clima di serenità in una città che si prepara a un ferragosto difficile, in cui è venuto meno il rapporto di fiducia tra i cittadini stessi e il sindaco, prima autorità sanitaria. Oggi l’acquisizione degli atti presso gli uffici dell’Arta, dell’Aca e del Comune, ora attendiamo gli sviluppi, continuando però sempre a vigilare su quanto accade sulle nostre condotte, visto che il pericolo di ulteriori cedimenti della rete fognaria è tutt’altro che scongiurato”. E’ l’osservazione dell’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi Piace’, il primo in assoluto a denunciare la vicenda, lo scorso 30 luglio, e Armando Foschi, autore del primo esposto in Procura sull’emergenza balneazione.
“Mentre il sindaco Alessandrini si gode spensierato la sua vacanza in montagna, i pescaresi continuano a tormentarsi nell’emergenza – hanno detto Fiorilli e Foschi –. Appena ieri in Commissione vigilanza il vicesindaco aveva tentato di smorzare, con il suo eloquio, tutte le polemiche degli ultimi giorni, mettendo pezze e giustificazioni, prive di riscontri cartacei. Ma non è più il tempo delle chiacchiere, infatti il suo piano è miseramente naufragato dinanzi alle ulteriori rivelazioni dell’ingegner Bartolomeo Di Giovanni dell’Aca. Innanzitutto ieri è stato acclarato che, dopo il cedimento del 6 aprile scorso della condotta fognaria da 110 centimetri di diametro, le rotture della vecchia linea ripristinata in urgenza, di appena 60 centimetri di diametro, sono state 11 e ancora oggi non è in grado di assicurare tutto il trasporto delle acque reflue che, dunque, non vanno a finire tutte nel depuratore come dovrebbe essere, ma in parte sfiorano e vanno le fiume, ossia nel mare. Il 28 luglio scorso, alle 22, c’è stata la dodicesima rottura della condotta con lo sversamento in mare dei liquami andata avanti per 17 ore, e non 10 ore come inizialmente asserito dall’amministrazione comunale. Ciò significa che, considerando che la condotta fognaria trasporta tra i 1.800 e i 2200 metri cubi di liquami all’ora, nel fiume e nel mare si sono riversati almeno 30mila metri cubi di feci, ossia 30milioni di litri, e non 25milioni. Allo stesso modo, per contenere il danno batteriologico e inquinante, l’Aca ha sversato direttamente nella fogna di Fosso Cavone 450 litri di Oxystrong, acido peracetico, e non 350 litri, sulla base di un’unica autorizzazione firmata dall’Arta il 14 maggio, sversamento diverso da quello effettuato in precedenza, quando l’Oxystrong si utilizzava solo nella vasca di disinfezione del depuratore. Ma non basta: dal 6 aprile al 28 maggio la stessa condotta si è rotta ben 11 volte, ossia il 6, il 7, il 10 aprile, due volte il 13 aprile, e ancora il 23 e 29 aprile, e poi il 7, il 12, il 14 e il 28 maggio. Ogni volta le rotture hanno dato luogo a sversamenti nel fiume, ossia nel mare, di liquami, tra i 1.800 e i 2.200 metri cubi all’ora, per una media di 6-12 ore, a seconda della gravità del danno, e solo dopo la rottura del 14 maggio l’Aca si è fatta autorizzare dall’Arta a utilizzare l’Oxystrong direttamente nella rete fognaria. Ciò significa che nel nostro mare e fiume, da aprile a oggi, si è riversata una quantità incalcolabile di feci e mai il Comune ha avvertito la necessità di informare la popolazione, tant’è vero che lo stesso vicesindaco non è stato in grado di produrre neanche un comunicato stampa, presentando solo quelli del mese di giugno fatti per dire che il mare era balneabile, guarda caso a fronte della mancata rottura della condotta. E questo, se possibile, è il fatto più grave in assoluto – hanno insistito Fiorilli e Foschi – ossia la decisione del sindaco che, il primo agosto, quindi ventiquattro ore dopo aver ricevuto le analisi di non balneabilità del mare da parte dell’Arta, avrebbe firmato l’ordinanza di divieto di balneazione, ma ha disposto di non renderla nota alla città, consentendo ai bagnanti di continuare a nuotare tra i liquami. Ora la Magistratura ha deciso di vederci chiaro e ha quindi provveduto ad acquisire tutti i carteggi, le mail, le ordinanze e le analisi, per capire perché la città non sia stata informata di quanto stava accadendo. Di sicuro questo ulteriore dettaglio dovrebbe persuadere il sindaco Alessandrini dell’opportunità delle sue dimissioni visto che nei paesi civili i Capi di Stato si dimettono per molto meno, solo perché, come in questo caso, è venuto meno il rapporto di fiducia tra il sindaco e i cittadini. Il sindaco Alessandrini non ha saputo affrontare né l’emergenza, né la comunicazione dell’emergenza, ma neanche la comunicazione ordinaria, si è dimostrato inadeguato al ruolo che ricopre e deve andare a casa: dimissioni immediate!”
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Il comportamento avuto dal Sindaco Marco Alessandrini riguardo la problematica relativa alla balneazione del mare di Pescara suscita, in particolare, due sentimenti nella popolazione cittadina, tradimento ed incapacità .
Ci si sente traditi da chi pur nella piena consapevolezza che i valori batteriologici registrati sul litorale pescarese fossero oltremodo superiore alla norma e al limite consentito, ha preferito sottacere tale circostanza, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini di Pescara e, quel che più è grave, quella di migliaia di bambini esponendoli a gravi conseguenze negative. Ci si sente traditi da chi ha preferito non assumere decisione nel merito sperando di “superare il momento”, per un mero tornaconto personale e con il solo fine di non subire alcuna ripercussione politica pregiudizievole. Traditi da chi ha mentito per diversi giorni “assicurandoci” che non ci fosse alcun problema in ordine alla balneabilità del mare di Pescara. Il secondo è di incapacità. Incapacità di chi ha redatto un’ordinanza di divieto di balneazione e poi non ha sentito il dovere di renderla “pubblica”. In tal senso sarebbe curioso sapere se tale ordinanza (invero sottaciuta alla collettività) sia stata invece posta a debita conoscenza dei più stretti collaboratori del sindaco. Incapacità di chi nonostante tale problema non sia ancora del tutto risolta (e nonostante vi siano altre problematiche ancora irrisolte, come quelle del mercatino dell’area di risulta) abbia preferito lasciare Pescara e andarsene in vacanza. Una domanda sorge spontanea: come può la cittadinanza di Pescara, d’ora in avanti, riporre fiducia in un Sindaco e in una maggioranza del genere?”
Hanno dichiarato Guerino testa, Alfredo Cremonese e Massimo Pastore del Nuovo Centro Destra pescarese.