Pescara. L’amministrazione comunale chiude l’accesso alla propria sede, la Torre dell’orologio tra poco tempo sarà blindata quanto un comando di militari.
Dalla relazione di delibera della giunta traspare una nota che prevede la spesa di 50.000 euro, ben 100 milioni delle vecchie lire, per l’installazione presso il Palazzo di città di una serie di tornelli, forse a garanzia di una sicurezza che non basta più.
I militari in divisa presenti in Municipio possono iniziare a fare i bagagli, rappresentano una figura che potrebbe risultare di troppo tra poco tempo quando la sede verrà chiusa ad ogni accesso dall’esterno. A tutti saranno richieste le generalità prima di poter varcare il portone del Municipio? Ci sarà un’entrata di servizio da cui infiltrarsi?
Da ora a poco, nel luogo dove, per definizione e per costituzione, deve essere garantita la massima fruizione da parte dei cittadini i passaggi saranno controllati e limitati. Vista la ben nota passione del sindaco Luigi Albore Mascia per la squadra cittadina, forse ci si auspica di trasformare il Palazzo di città in una succursale dello Stadio adriatico.
Parole amare e risentite quelle che provengono dalla voce del consigliere dell’Italia dei Valori Fausto Di Nisio: “Un governo che dovrebbe essere dell’accoglienza si sta trasformando sempre più nel governo del potere e dell’arroganza. In un periodo in cui tante famiglie pescaresi non sanno come fare per arrivare a fine mese, si individua tale azione come punto qualificante del programma dell’Amministrazione Comunale. A dire il vero, mi aspettavo di più: mi aspettavo attenzione ai bisogni dei più deboli ma soprattutto mi aspettavo più trasparenza per il dopo D’Alfonso. Ed invece mi ritrovo, innanzitutto come cittadino, soldi spesi per chiudere il Municipio”.
Anche il PD non ha gradito il progetto della nuova Amministrazione: “ la nuova Città d’Annunziana, l’amministrazione della trasparenza, così vicina alle esigenze della gente ha trovato un modo per allontanare definitivamente i cittadini dalle istituzioni. Tra qualche settimana ci consegneranno un pass e potremo avere l’onore di visitare gli spazi del palazzo comunale”.
Il gruppo di centro-sinistra invita il Sindaco a riflettere sul progetto, evitando così una figura che riporterebbe la città alla ribalta sui principali mezzi di informazione.
La replica di Foschi
Il Palazzo comunale di Pescara va protetto e controllato secondo il Presidente della Commissione consiliare Lavori pubblici, Armando Foschi, i tornelli saranno parte integrante della nuova sicurezza pubblica e solo chi sarà munito di cartellino o pass potrà oltrepassare i confini.
“L’installazione dei tornelli nei punti di ingresso dell’edificio mira esclusivamente a garantire la tutela di coloro che lavorano all’interno della struttura e che più di una volta si sono ritrovati con persone in evidente stato di alterazione nei propri uffici. Sono inutili – continua Foschi – e prive di concretezza le polemiche sollevate dal centro-sinistra in merito al provvedimento: la trasparenza di un Ente pubblico non si misura sulla base della libertà o meno di accesso nel Palazzo da parte degli utenti”.
Il Comune, a detta di Foschi, deve essere accuratamente protetto da attacchi esterni, tra gli attacchi secondo il Presidente rientrano anche tutti quegli utenti che utilizzano il Palazzo di città anche solo come bagno pubblico o come punto di riparo.
“I tornelli non dovrebbero impedire agli utenti di salire, di entrare, di incontrare il sindaco, di partecipare alla vita amministrativa della città, di assistere alle sedute del Consiglio comunale”, dice ancora il consigliere ma se per recarsi in un ufficio pubblico occorrerà identificarsi come per una caserma, molti probabilmente rinunceranno in partenza ad incontrare il primo cittadino.
“Non solo – ha concluso Foschi –: tale procedura è fondamentale per la gestione delle emergenze. La registrazione di tutti gli utenti che entreranno in Comune ci consentirà di sapere sempre, in tempo reale, quante persone e soprattutto quali utenti si trovano all’interno del Palazzo nel malaugurato caso in cui dovesse verificarsi una situazione di forte rischio”.
Monica Coletti