Amatrice, Parco Gran Sasso-Laga su sequestro recinti di cattura

cinghialeAmatrice. Nei giorni scorsi la Procura della Repubblica di Rieti ha ordinato, in seguito all’esposto di un gruppo di cittadini, il sequestro dei recinti di cattura posti in alcune aree del Comune di Amatrice.

“In realtà” spiega in una nota la direzione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga “quella che da alcuni organi di stampa è stata descritta come un’operazione sporca denominata impropriamente cattura selettiva…mattanza indiscriminata di animali, va ridimensionata per quello che è: un incidente all’interno di un recinto di cattura. A fronte delle 6.000 catture effettuate, infatti, in un solo caso un animale è morto accidentalmente, come chiarito dal referto dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo”.

Proprio per questo il Parco intende chiarire alcuni aspetti fondamentali della vicenda.

A partire dalla coesistenza, all’interno di un’area protetta, tra fauna selvatica e attività agricole.

“Per una serie di fattori” si legge nella nota “il cinghiale, che è un animale di per sé prolifico e versatile, è la specie che pone maggiori problematiche di gestione e di coesistenza con le attività antropiche. Tale criticità ha reso necessaria l’attuazione di strategie per la mitigazione del conflitto, consistenti in un continuo rapporto di collaborazione con il mondo agricolo, nella concessione di recinzioni a salvaguardia delle colture e nella pratica di azioni di contenimento diretto della specie. Il metodo di contenimento del cinghiale tramite recinti di cattura, improntato ad un protocollo che rispetta la normativa sul benessere animale, si è rivelato di grande efficacia per il numero di animali catturati ed anche nella prospettiva di una nuova economia che potrebbe scaturirne a livello locale. Si tratta, inoltre, di un sistema compatibile con le esigenze di salvaguardia della fauna pregiata e con le necessità legate alla sicurezza di residenti e turisti da incidenti che potrebbero verificarsi nell’area protetta, qualora si optasse per l’uso delle armi da fuoco, da alcuni invocato come sistema di controllo”.

 

 

 

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