I provvedimenti sono stati firmati dal gip del tribunale Maria Di Fine su richiesta del Pm Gennaro Varone. Il dipendente della Asl al cui ufficio confluivano le pratiche di invalidità rigettate dalle competenti commissioni di prima istanza individuava quelle per le quali era possibile il ricorso giurisdizionale, grazie ad un aggravamento delle patologie, certificato da medici consulenti di parte conosciuti dal pubblico dipendente. I ricorrenti venivano poi mandati presso lo studio dell’avvocato indagato. A conclusione del procedimento giudiziario la relativa sentenza di accoglimento che riconosceva l’indennità di invalidità sanciva a favore del ricorrente e a carico dell’Inps la quota in denaro spettante, gli arretrati e la somma dovuta per le spese legali. Il foglio in cui venivano indicate queste ultime spese veniva tolto dall’avvocato così da farsele pagare anche a parte. Per ogni pratica la somma ammontava tra i 1000 e i 1500 euro che si spartivano l’avvocato e il dipendente Asl. A far scattare le indagini del Nas e’ stata la denuncia di un uomo che si era rifiutato di pagare gli ulteriori compensi per le spese legali. I provvedimenti della magistratura sono stati notificati all’Ordine forense ed alla Asl di Pescara per l’avvio d procedimenti amministrativi a carico degli indagati