Bussi, Uniti a Sinistra contro l’acquisizione pubblica delle aree non bonificate

Pescara. Reindustrializzare l’area attorno alla discarica di Bussi  attraverso l’utilizzo da parte di futuri imprenditori delle aeree esterne a monte dello stabilimento ex Solvay  (circa  34mila metri quadri) ricomprese tra l’arretramento del SIN e le aree delle discariche 2A e 2D , da bonificare con fondi pubblici dal Commissario Goio.

E’ la proposta del gruppo Uniti a Sinistra, presentata oggi da Sonia Del Rossi, consigliera comunale di Bussi, Daniele Licheri, Coordinatore Provinciale Sel Pescara, e  Pierpaolo Di Brigida, Segretario Provinciale PDCI Pescara, che si oppongono all’acquisizione da parte del Comune delle aree in questione. “Il nostro gruppo e i partiti che lo sostengono”, hanno affermato stamani i tre, “non è assolutamente contrario alla reindustrializzazione del sito industriale di Bussi,ma come più volte manifestato siamo contrari all’acquisizione delle aree inquinate da parte dell’amministrazione comunale perché esporrebbe la comunità a gravi rischi, tanto che su oltre 50 siti di interesse nazionale, nessuno è stato acquisito da un ente pubblico”.

Ulteriormente preoccupati dalle ultime notizie sul processo Montedison e dalla recente legge sugli Eco-reati, Del Rossi, Di Brigida e Licheri propongono la messa in sicurezza del sito Solvay con fondi privati: “Chiediamo di ripercorrere, da parte di Solvay”, hanno sostenuto in conferenza stampa, “la strada già precedentemente adottata, della concessione in diritto di superficie agli eventuali investitori, vedasi concessioni a società Silisiamont e  Isagro”.

“Nella peggiore delle ipotesi”, concludono i rappresentanti di Uniti a Sinistra, “abbiamo valutato che, qualora l’amministrazione decidesse di acquisire le aree non bonificate,chiediamo che questa operazione venga ricompresa in un tempo che, per stessa dichiarazione dei vertici Solvay può essere stimato in 5 – 8 anni, trascorso il quale le aree potrebbero anche passare al pubblico ma solo dopo aver avuto la possibilità di verificare l’andamento dello stato di messa in sicurezza,attraverso il piano di monitoraggio in continuo dell’intero sito”.

 

 

 

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